Tutti “principini" i nuovi leader di Shanghai, Tianjin e Zhejiang
Il governo centrale ha ufficializzato le nuove nomine delle metropoli. I prescelti sono tutti veterani, figli di veterani, e fedelissimi al presidente Hu. Entro la fine dell’anno, attese almeno altre 17 nomine.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il Partito comunista cinese ha annunciato ieri una serie di nuove nomine al vertice di Shanghai, Tianjin e Zhejiang: i neoeletti sono  “principini” del sistema politico nazionale o personalità vicine a Hu Jintao.
 
La nomina più attesa era quella di Shanghai, sconvolta da una crisi politico-economica senza precedenti:  l'ex segretario, Chen Liangyu, era stato cacciato con disonore per essersi appropriato di una fetta consistente del fondo pensionistico municipale. Per molti analisti, il suo allontanamento fa parte di un regolamento di conti fra Hu Jintao ed il suo predecessore Jiang Zemin, che proprio di Shanghai aveva fatto la sua roccaforte.
 
Il posto di Chen è stato assegnato a Xi Jinping, fino ad oggi segretario del Zhejiang, noto per essere uno dei fedelissimi della nuova leadership. Dopo aver ricevuto la conferma ufficiale della sua promozione, Xi ha dichiarato: “Farò del mio meglio per dare alla popolazione di Shanghai ciò di cui ha bisogno”. Xi era anche sottosegretario esecutivo del Comitato centrale di disciplina.
 
Fino a poco tempo fa, molti pensavano che il posto sarebbe stato assegnato a Liu Yandong, attuale ministro del Fronte unito, ma il nome di Xi non ha sconvolto nessuno. Questi infatti, come molti altri nuovi leader comunisti, fa parte dei “principini” del Paese: figli di veterani comunisti, educati all’interno del Partito e fedelissimi al presidente Hu che li sta usando come “scudo protettivo” dagli attacchi che potrebbero provenire dall’interno del Partito.
 
La nomina di Shanghai ha scatenato una reazione a catena: la Commissione centrale del Partito ha ufficializzato ieri la nomina di Zhang Gaoli – ex segretario generale dello Shandong – a leader dei comunisti della città costiera di Tianjin. La decisione è stata interpretata come un segnale di volontà da parte di Pechino, che vuole fare dello snodo commerciale uno dei nuovi centri di potere economici del Paese.
 
L’ultimo posto vacante, quello del Zhejiang, è stato assegnato a Zhao Hongzhu, che prende il posto di Xi. Anche Zhao, come tutti gli altri, proviene da una lunga carriera comunista.
 
Queste nomine, tuttavia, non concludono il lungo processo di rinnovamento deciso dalla leadership comunista di Pechino all’inizio dell’anno. Entro la fine del 2007, infatti, sono attesi i nuovi segretari di almeno altre 17 province.