Una medaglia di giada per Pechino 2008
I vincitori delle prossime Olimpiadi riceveranno medaglie raffiguranti da un lato la classica dea alata Nike e dall’altro un dragone intarsiato nella giada. La presentazione di queste nuove medaglie ha riscosso entusiasmo: nell’unione tra giada e metallo i cinesi leggono l’unione tra occidente e oriente.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Medaglie con un dragone intarsiato nella giada saranno consegnate ai vincitori delle Olimpiadi di Pechino che si terranno il prossimo anno. Ieri, a 500 giorni dall’inaugurazione dei giochi olimpici, sono state presentate le nuove medaglie che da un lato raffigurano – secondo quanto stabilito dalla Commissione olimpica internazionale – la dea alata Nike e l’arena Panathinaikos, mentre dall’altro quello che sarà il simbolo dei giochi olimpici di Pechino: il dragone intarsiato nella giada.
 
Dopo 3 mesi e 179 progetti provenienti da diverse parti del mondo – Italia compresa – la scelta è caduta sul disegno e sul materiale che in Cina sono veri e propri simboli: il dragone e la giada, pietra associata alla nobiltà e all’eleganza.
 
L’unione della giada e del metallo, per i cinesi, assume un significato molto più profondo: il vice presidente della Commissione organizzatrice delle olimpiadi 2008, Jiang Xiaoyu, ha detto che rappresenta una perfetta combinazione tra cultura cinese tradizionale e spirito olimpico e, Jin Shangyi,  presidente dell’Accademia centrale delle arti e componente della commissione che ha curato la selezione, ha parlato di una meravigliosa unione tra cultura occidentale e orientale. “Prima d’ora – ha sottolineato Jin – non è mai stata utilizzata una pietra per le medaglie olimpiche, questo progetto imprimerà un tocco cinese ai giochi”.
 
Anche dalla rete sono arrivati riscontri positivi. La maggior parte dei commenti on line hanno manifestato entusiasmo per l’utilizzo della giada e del metallo interpretato come segno di collegamento tra la cultura cinese e lo spirito olimpico. Solo pochi ritengono l’utilizzo della giada inadeguato per una medaglia, ritenendo questa pietra poco resistente rispetto al metallo.