L’ombra della crisi anche sulle festose processioni delle Palme
di Youssef Hourany
I leader religiosi cattolici ed ortodossi hanno colto l’occasione per richiamare gli esponenti politici alla responsabilità. Il patriarca Sfeir critica coloro che impediscono la riconciliazione, il vescovo maronita di Beirut chiede alla comunità internazionale di tutelare la presenza cristiana in Medio Oriente.

Beirut (AsiaNews) – Processioni comuni di cattolici ed ortodossi per la Domenica delle palme, ieri, in diverse località libanesi. Malgrado pioggia e freddo, fanciulli vestiti a festa, secondo la tradizione, hanno portato i rami d’ulivo e le candele per ricordare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, che qui è vicina anche geograficamente.

La crisi che il Paese sta attraversando è stata però presente anche in questa festosa celebrazione. Così, il  patriarca maronita Nasralleh Sfeir, alla presenza di molti fedeli, prima della processione ha voluto esprimere la sua viva condanna contro quelle persone che stanno "cercando di macchiare la storia del Libano e di impedire il processo della riconciliazione nazionale". Egli ha richiamato l'attenzione di tutti i responsabili sul loro obbligo di salvare il Paese e di permettere a tutti di vivere in pace. Dure critiche contro coloro che stanno operando contro il bene del Libano anche nelle parole del metropolita greco-ortodosso di Beirut, mons. Elias Awde, che ha rivolto un sentito appello a tutti perché raddoppino i loro sforzi per salvare l'identità del Paese. Mons. Awde ha anche richiamato l'attenzione di tutti sul dovere di aiutare i poveri in questo periodo difficile.Mons Paul Matar, arcivescovo maronita di Beirut, ha ricordato le sofferenze del popolo palestinese, del popolo Iracheno e del popolo libanese ed ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché protegge la presenza cristiana in Medio Oriente, prima che sia tardi.

L'abate Semaan Abou Abdou, superiore generale dell'Ordine maronita BMV, ha presieduto una messa solenne nel nuovo edificio vicino alla casa generalizia dell'Ordine a Zouk Mosbeh, alla presenza di più di 3mila persone. Egli ha insistito sulla necessità di proteggere la gioventù, parlando dell'idea "profetica che ha avuto il defunto papa Giovanni Paolo II quando ha istituito la Giornata mondiale della gioventù, che ha suscitato e ravvivato la fede nei cuori dei giovani". P. Abou Abdo, ricordando poi il secondo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, ha invitato ad innalzare le preghiere perché sia presto beatificato. Il momento difficile del Paese è stato evocato anche da mons. Becbara Rai, vescovo maronita di Jbeil, che ha lanciato le sue critiche contro quelle persone che stanno rubando la gioia dei bambini ed ha rivolto un appello perché si ristabilisce la pace nei cuori e nel paese. Dal canto suo, il nuovo metropolita di Saida dei greci-melkiti, mons. Elie Bechara Haddad, nel corso della sua prima messa nella sua diocesi ha ribadito la necessità di liberare i giovani da tutti gli ostacoli che impediscono di vivere in piena armonia con il Creatore e con il creato e si è impegnato a dedicare ai giovani un ampio spazio della sua attività pastorale.