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Le donne del post-tsunami, maggiori vittime di violenze e discriminazione
di Nirmala Carvalho
Un Rapporto pubblicato a New Delhi denuncia la tragica situazione delle donne nei Paesi colpiti dall’onda anomala del 2004: violenze domestiche, disoccupazione, mancanza di aiuti governativi, induzione alla prostituzione e alla vendita dei propri organi, sono solo alcuni aspetti del problema. Appello per un intervento delle autorità locali.
New Delhi (AsiaNews) – Sono le donne i soggetti più vulnerabili tra i sopravvissuti dello tsunami del 2004; esse continuano a vivere in condizioni di totale miseria e sfruttamento, causa di politiche discriminatorie in diversi Paesi dell’Oceano indiano. La denuncia è contenuta in un Rapporto compilato dall’“Alleanza delle donne colpite dallo tsunami”, che analizza la situazione in Sri Lanka, India, Maldive, Thailandia e Somalia sulla base di 7500 interviste. I promotori del documento chiedono durante l’imminente Summit della South Asian Association for Regional Cooperation (Saarc), che si aprirà domani a New Delhi, si studino azioni concrete per alleviare le sofferenze di questa categoria di persone.
Secondo lo studio, le donne sopravvissute allo tsunami del 26 dicembre 2004 nei Paesi del sud-est asiatico sono soggette ad abusi e violenze da parte di mariti che sprecano gli aiuti economici in “alcool e gioco”, ma anche dell’industria del turismo sessuale che sfrutta la loro miseria per indurle alla prostituzione.
Sriyani Perera, coordinatore per l’Asia di Action Aid International’s women rights, spiega che “gli uomini spesso ubriachi picchiano le mogli e le costringono a rapporti sessuali davanti ai bambini nei campi di aiuto” dove ancora vivono i senza tetto dello tsunami. Sriyani, anche portavoce dell’Alleanza, ricorda la tragedia delle vedove del Tamil Nadu, India del sud, che vendono i propri reni per dare da mangiare ai figli, ma che non ottengono mai la somma promessa.
Il Rapporto registra una crescita del turismo sessuale nelle aree costiere dell’India, in seguito alla ricostruzione dopo il maremoto di nuovi hotel sulla spiaggia. In questo conteso le donne più povere, provenienti dalla comunità di pescatori, sono le più vulnerabili e soggette a sfruttamento.
Discriminazione, inoltre, si registra nella distribuzione degli aiuti: i risarcimenti e il denaro per la riabilitazione viene assegnato principalmente agli uomini, ritenuti i capo famiglia, tagliando fuori le donne single, disabili e anziane.
Lo tsunami di 3 anni fa ha fatto in tutto circa 230mila vittime e lasciato senza tetto 1,5 milioni di persone in tutti i Paesi colpiti.