Merkel e Pelosi, passa per Damasco la fine della crisi libanese
Dura il cancelliere tedesco che chiede alla Siria di fermare il contrabbando d’armi, di normalizzare i suoi rapporti con Beirut e di non opporsi alla formazione del tribunale internazionale sull’assassinio di Hariri. Sottolinea la necessità del dialogo la Pelosi, che nel pomeriggio arriva a Damasco.

Beirut (AsiaNews) – Passa per Damasco la via per la soluzione della crisi libanese: ne sono convinte Angela Merkel, cancelliere tedesco, presidente di turno della Ue e Nancy Pelosi, presidente della Camera dei rappresentanti degli Usa. Contemporaneamente in visita nella capitale libanese, entrambe le esponenti politiche hanno sottolineato il ruolo di Damasco. La Merkel, con maggiore durezza, ha chiesto alla Siria di porre termine al contrabbando di armi che passa per le sue frontiere in direzione del Libano, di stabilire normali rapporti diplomatici con Beirut e di consentire la formazione del tribunale internazionale che dovrebbe giudicare i responsabili dell’assassinio dell’ex premier libanese Rafic Hariri.

La Pelosi, che è attesa oggi pomeriggio a Damasco alla testa di una delegazione di 27 tra parlamentari e altri rappresentanti americani dell’Iraq Study Group, parla invece soprattutto di “dialogo” con la Siria. A Damasco in due giorni incontrerà il presidente Bashar al-Assad, il suo vice Faruq al-Sharaa e il ministro degli Esteri Walid al-Muallim. L’agenzia ufficiale siriana Sana oggi sottolinea quanto la Pelosi ha dichiarato: “sappiamo che la soluzione di alcuni problemi della regione deve passare per Damasco e stiamo andandoci con l’aperta intenzione di esprimere molto chiaramente le nostre attese alla leadership siriana”. La visita in Siria dell’esponente democratica è stata duramente criticata dalla Casa Bianca, collegandovi una potenziale strumentalizzazione da parte di Damasco. “Siamo pronti a dialogare con Washington senza porre precondizioni”, ha intanto detto una "fonte governativa autorevole" siriana citata stamani da al-Hayat. Secondo la stessa fonte: “la visita della Pelosi rappresenta per noi un'occasione di mostrare che la Siria non è parte del problema, bensì parte della soluzione”.

Molto ferma, invece, la Merkel, che ha invece escluso Damasco – e il presidente libanese Emile Lahoud - dal suo tour in Medio Oriente, ma ha chiesto alla Siria di “fare la sua parte” per stabilizzare la situazione libanese. “La Siria – ha dichiarato – deve fermare il contrabbando d’armi, riconoscere diplomaticamente il Libano e procedere a tracciare le frontiere”. Damasco deve inoltre “cooperare pienamente con la commissione delle Nazioni Unite” che indaga sull’assassinio di Hariri. “Faremo del nostro meglio – ha aggiunto – per istituire il tribunale” internazionale. E “non ci sono scuse” per non formarlo. La Merkel, incontrando il presidente del parlamento Nabih Berri ha sottolineato l’importanza di istituire il tribunale e, secondo voci di stampa, gli avrebbe per questo chiesto di convocare una seduta del parlamento.

La stessa richiesta che, per la terza volta in tre settimane, hanno invano avanzato oggi i deputati della maggioranza di governo a Berri, che è anche a capo del movimento sciita Amal, all’opposizione, e che da mesi si rifiuta di convocare il parlamento. (PD)