Libano e Iraq nei colloqui siriani di Nancy Pelosi
Critiche di Bush, che parla di “segnali contraddittori” alle autorità di Damasco. Il presidente della Camera dei rappresentanti Usa, a colloquio stamattina con Assad, sta premendo perché sia posto termine alle interferenze nei Paesi vicini ed al passaggio di terroristi.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) – I “rapporti siro-americano e questioni regionali” sono stati al centro del colloquio svoltosi stamattina tra Nancy Pelosi, presidente democratico della Camera Usa e il presidente siriano Bachar al-Assad, secondo le scarne informazioni fornite dall’agenzia ufficiale Irna.

Arrivata ieri a Damasco insieme con 27 esponenti democratici e repubblicani del Gruppo di studio per l’Iraq, che comprende anche diversi parlamentari, la Pelosi ha già incontrato il vicepresidente Farouk al-Chareh e il ministro degli esteri Walid Moallem. Secondo quanto sostenuto da un membro della delegazione americana, la Pelosi avrebbe chiesto alla Siria di porre fine alle interferenze in Iraq e Libano, impedendo anche il passaggio di terroristi verso i due Paesi e di non dare più sostegno ai movimenti Hamas e Hezbollah.

La visita della presidente della Camera dei rappresentanti in Siria è stata criticata personalmente ieri dal presidente Bush, secondo il quale essa invia “messaggi contraddittori alla regione ed al presidente Assad”, minando gli sforzi americani per isolarlo internazionalmente. Gli Stati Uniti hanno ritirato il loro ambasciatore a Damasco nel 2005, dopo l’attentato costato la vita all’ex premier libanese Rafic Hariri e del quale da più parti si indica alla Siria come al vero responsabile.

Oggi le autorità siriane stanno dando grande importanza alla presenza della Pelosi a Damasco. “La sua visita – scrive il governativo Tishreen – malgrado la sua importanza, non sarà sufficiente a rimuovere tutti gli ostacoli per normalizzare i rapporti tra Siria e Stati Uniti, ma crediamo che il dialogo che sta conducendo a Damasco sia molto importante”. “La Siria – aggiunge – fa parte della soluzione e non del problema, sia in Libano che in Iraq o nel processo di pace in Medio Oriente”.

Secondo funzionari siriani citati dalla televisione libanese Al-Manar, legata a Hezbollah, Damasco vuole aiutare Washington a trovare un “ritiro onorevole” dall’Iraq, ma, in cambio, chiede pressioni su Israele per il ritiro dalla alture siriane del Golan, occupate durante la guerra del 1967.