Presidenziali: in testa il Nobel Ramos-Horta, probabile il ballottaggio
Le elezioni di ieri si sono svolte senza incidenti, ma secondo i risultati parziali nessuno dei candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta. Sconfitto il Fretilin, il partito al governo, con Guterres solo al terzo posto.

Dili (AsiaNews) – Al via lo spoglio nei seggi a Timor Est, dove ieri si sono svolte, senza i temuti incidenti, le elezioni presidenziali. Gli scontri tra fazioni che avevano accompagnato la campagna elettorale, non si sono verificati e l’affluenza alle urne è stata alta. Con molta probabilità, però, si dovrà tornare a votare tra un mese per il ballottaggio. Secondo i risultati parziali, nessuno degli 8 candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta. Per i risultati ufficiali si dovrà attendere almeno fino al 16 aprile.

Per ora lo spoglio dei voti vede in testa l’attuale primo ministro e Nobel per la pace, Jose Ramos-Horta, con circa il 30% dei consensi nella capitale Dili; lo segue, con il 25%, Fernando 'La Sama' de Araujo, ex prigioniero politico dell'Indonesia, sostenuto dalla Chiesa cattolica.

Anche se i dati a disposizioni sono solo parziali, il principale quotidiano nazionale, Suara Timor Lorosae, oggi mette in rilievo la sconfitta del partito di maggioranza, il Fretilin, il cui candidato Francisco “Lu-Olo” Guterres non otterrebbe che la terza posizione.

Se nessun candidato raggiungerà il 50% dei voti, sarà necessario un secondo turno elettorale, il 9 maggio. A giugno poi sono previste le elezioni parlamentari dove il presidente in carica, Xanana Gusmao, concorre per la poltrona di premier.

Per più di tre secoli Timor Est è stata una colonia portoghese, prima di essere invasa dall’Indonesia nel 1976. Dopo 25 anni di lotta contro l’occupazione, un referendum sostenuto dall’Onu nel 1999 ha sancito l’indipendenza del piccolo Stato, ufficializzata nel 2002 dopo anni di guerriglia con le truppe indonesiane. L’isola vive ancora una forte instabilità politica: al momento sul territorio è presente una forza internazionale di peacekeepers composta da circa 3mila uomini.