Wen Jiabao: il Paese rischia di non produrre quanto occorre per sfamarsi
Diminuiscono le terre coltivate, assorbite da costruzioni e zone industriali o troppo inquinate. Secondo il governo la Cina non è quasi più in grado di produrre quanto mangia. Esperti: il grave inquinamento rende la situazione più grave dei dati ufficiali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Per la continua diminuzione del terreno coltivabile, destinato a costruzioni e zone industriali o troppo inquinato, la Cina rischia di non poter produrre quanto le occorre. Lo ha detto la settimana scorsa il ministro per la Terra e le risorse.

Nei primi 10 mesi del 2006 il Paese ha perso 6.767 chilometri quadrati di terreno coltivabile, un terzo circa dei quali per edificazioni ed il 55% distrutti per disastri naturali e degrado ambientale. Anche se 3.685 kmq. sono stati restituiti all'agricoltura, la Cina ne ha comunque persi 3.082 kmq.. A marzo il premier Wen Jiabao ha ammonito che al di sotto di 1,206 milioni di kmq. di terreno destinato all'agricoltura il Paese non sarebbe stato in grado di produrre quanto gli occorre, e ora ce ne sono appena 1,226 milioni.

Sempre secondo il ministro, nel 2006 sono aumentate le acquisizioni illegali di terra compiute da funzionari locali a danno dei contadini, con 131 mila casi accertati (+17,3%) e 3.593 persone punite.

Ora il governo centrale ha adottato misure per tutelare i contadini e rendere più difficile l’illegale acquisizione dei loro terreni. Inoltre ha introdotto divieti per la costruzione di ville private, campi di golf e impianti per le corse ippiche.

Esperti osservano che con probabilità il Paese è già sotto la soglia minima, considerato che in ampie zone ritenute agricole la terra e le acque dei fiumi sono molto inquinate e che ogni anno interi raccolti debbono essere distrutti perché i prodotti sono nocivi.