Sfeir: i libanesi litigano su tutto, mentre il Paese ha bisogno di speranza
di Youssef Hourany
Il patriarca maronita stigmatizza l’atteggiamento polemico che caratterizza ogni aspetto della vita politica. Domani il segretario dell’Onu sarà a Damasco e parlerà anche del tribunale internazionale per l’assassinio di Hariri.

Beirut (AsiaNews) – Ritrovare la capacità di dialogare per ridare “un soffio di speranza” al Libano. Il patriarca maronita, cardinale Nassrallah Sfeir, durante la messa presieduta ieri a Bkerke, ha rivolto un nuovo pressante appello a tutti per riprendere il cammino del dialogo, stigmatizzando il fatto che ormai si polemizza su tutto: “Discutiamo a proposito di ciò che è legale e di ciò che non lo è, sulle nomine agli incarichi della funzione pubblica, sul governo e i suoi componenti“, “su chi è in carica e su come sostituire i dimissionari”. E, ha aggiunto, “litighiamo sul tribunale internazionale. Deve essere istituito nel quadro del capitolo VI o VII?” della Carta dell’Onu, ossia in base ad un accordo nazionale o in base alle norme che prevedono la possibilità dell’uso della forza contro le minacce internazionali al mantenimento della pace.

In proposito, a Beirut c’è viva attesa - ma poche speranze sui risultati - per la visita che il segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon compirà domani a Damasco e che dovrebbe avere tra le questioni principali proprio l’istituzione del tribunale internazionale che dovrebbe giudicare i responsabili degli assassini politici commessi in Libano, a partire da quello dell’ex premier Rafic Hariri.

Quanto alla situazione generale del Libano, il patriarca Sfeir è tornato ad esprimere la sua preoccupazione anche per il fatto che il suo attuale sviluppo negativo costringe le forze vive e pacifiche ad abbandonare il Libano ed emigrare. “Tutto ciò provoca la disperazione dei cittadini, che hanno in grande bisogno di un nuovo soffio di speranza” e “i leader stranieri che vengono a trovarci non sanno più come aiutarci a riprendere una vita normale e accettabile”.