La Conferenza islamica condanna l’assassinio “gratuito” dei tre cristiani a Malatya
Il cancelliere tedesco Merkel sostiene che le uccisioni non influiranno sulle trattative per l’ingresso della Turchia nella Ue, ma ripropongono il problema della libertà religiosa nel Paese della Mezzaluna.

Gedda (AsiaNews/Agenzie) – Condanna per l’uccisione “gratuita” dei tre cristiani, due turchi ed un tedesco, avvenuta la settimana scorsa  in Turchia, è stata espressa dal segretario generale dell’Organizzazione della conferenza islamica, Ekmeleddin Ihsanoglu. Gli omicidi, per i quali sono indagate 12 persone, tra le quali una donna, non avranno, secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, conseguenze dirette per ciò che riguarda l’adesione di Ankara alla Ue, ma ripropongono la questione della libertà religiosa in Turchia.

Secondo Ihsanoglu, che è di nazionalità turca, le “uccisioni selvagge” di Malatya, anche se sono una “questione interna” della Turchia lo hanno spinto ad intervenire in quanto “i loro autori le hanno legate all’islam”. L’islam invece, afferma un comunicato del segretario dell’Organizzazione che raccoglie 57 Paesi musulmani, “è religione di pace, di tolleranza e di coesistenza - specialmente fra membri dell’islam, del cristianesimo e del giudaismo – che vieta l’uccisione gratuita di esseri umani”. E l’Oci “proseguirà nei suoi sforzi per promuovere la cultura della diversità e per aiutare a sostenere la politica della pace, del dialogo, della moderazione e della tolleranza”.

Proprio di “espressione di una intolleranza inaccettabile” ha parlato la Merkel in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Münchner Merkur. “Tutto – ha aggiunto – deve essere intrapreso per impedire un clima che rende possibile tali orribili uccisioni”.

Il cancelliere tedesco ritiene che la vicenda “non ha influenza” sulla trattativa in corso per l’ingresso della Turchia nella Ue, ma “mi aspetto - ha detto - dal governo di Ankara che agisca chiaramente in modo da non lasciare alcuno spazio all’intolleranza contro il cristianesimo e le altre religioni”. “Abbiamo sempre sottolineato – ha concluso – che desidereremmo che le Chiese cristiane in Turchia possano agire più liberamente e continueremo ad insistere per questo”.