Buddismo religione di Stato, proposta “inutile e pericolosa”
di Weena Kowitwanij
Alcune formazioni di monaci da 10 giorni manifestano perché l’Assemblea costituente riconosca il buddismo come religione nazionale, “per conservarlo e professarlo in modo migliore”. Popolazione, uomini politici e religiosi nelle campagne ritengono inutile la richiesta e avvertono: “c’è il rischio che aggravi le tensioni nel sud”.
Bangkok (AsiaNews) – Non trova seguito tra i thailandesi la proposta di inserire il buddismo come religione di Stato nella nuova Costituzione, ormai in fase di stesura. La richiesta è stata avanzata con manifestazioni pacifiche da alcune formazioni buddiste come la Buddhism Promotion Foundation e il Buddhism Protection Centre of Thailand. Da metà aprile cortei con sfilate di elefanti, sit-in di preghiere davanti al Parlamento a Bangkok hanno visto protagonisti centinaia di monaci che premono sull’Assemblea costituente (CDA) affinché “per conservare il buddismo”, questo venga elevato al rango di religione nazionale nella Costituzione.
 
L'appello dei monaci ravviva un dibattito vecchio di 10 anni. Le prime pagine dei maggiori quotidiani locali da due settimane non parlano d’altro. Anche se la CDA ha promesso di valutare  la proposta, sono poche le possibilità che le richieste dei monaci vengano accettate. Un membro della stessa Costituente, Noranit Sethabutr, suggerisce a tutti i manifestanti di “rivedere le loro posizioni e ascoltare i fedeli di altre religioni, anche loro thailandesi”. Ieri un consigliere del premier ad interim Surayud Chulanont, ha avvertito pure dei rischi che una simile proposta comporta: potrebbero acuirsi le violenze nelle province del sud, dove i rapporti tra comunità musulmana e buddista sono già molto tesi.
 
Neppure la popolazione e i monaci nelle campagna si dicono favorevoli; in molti ritengono che il riconoscimento di religione di Stato “non serve a garantire la corretta pratica degli insegnamenti di Budda”. Su 62,8 milioni di abitanti in Thailandia i buddisti sono il 95%; il 4% è musulmano mentre l’1% cristiano, di cui 300mila cattolici.
 
Saknarin Keun-onn, il più giovane membro del CDA, invita i manifestanti a vedere gli aspetti positivi della futura Costituzione, che mira a “garantire alla popolazione maggiore partecipazione alla vita politica del Paese”.
Per essere approvato, il testo della Costituzione dovrà passare un referendum popolare previsto per il prossimo settembre.