L’attacco ai sauditi, segnale all’islam moderato
Secondo un’analisi apparsa sul britannico Stratfor, i 172 arresti effettuati ieri dall’intelligence saudita ai danni di presunti membri di al-Qaeda costringono gli uomini di Osama bin-Laden a ripensare il piano di conquista del mondo arabo.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità saudite hanno sventato ieri una serie di attacchi sul modello di quelli che hanno colpito gli Stati Uniti l’11 settembre del 2001, che miravano a dare un segnale forte all’islam moderato. La polizia e l’intelligence di Riyadh hanno infatti annunciato l’arresto di 172 sospetti terroristi, che stavano progettando attacchi , anche aerei, contro basi militari e impianti petroliferi.
 
Mansur al-Turki, portavoce del ministro degli Interni saudita, ha spiegato che “alcuni individui si stavano addestrando a volare e a compiere attacchi terroristici. Alcune delle cellule arrestate stavano progettando di colpire impianti petroliferi e raffinerie”.
 
Turki ha poi aggiunto che tra gli obiettivi degli attacchi in preparazione erano previsti anche “basi militari all'interno e all'esterno” dell'Arabia Saudita . Il portavoce non ha saputo indicare quali basi militari oltre confine siano tra i bersagli, ma ha assicurato che nella lista degli obiettivi non vi sarebbero basi straniere in territorio saudita.
 
Proprio questo particolare ha convinto gli analisti internazionali che le operazioni di terrore sventate servivano a dare un segnale non solo al mondo occidentale, ma soprattutto a quello islamico moderato.
 
Secondo un’analisi apparsa sul britannico Stratfor, le operazioni condotte con successo ieri dall’intelligence saudita “rientrano in un più largo piano antiterrorismo, in corso dal 2004, che cerca di costringere al-Qaeda a rivalutare i suoi piani di attacco contro l’occidente e quelli che considera i suoi servi nel mondo arabo”.
 
Il gruppo terroristico guidato da Osama bin-Laden, infatti, “è stato fermato proprio nel momento in cui si preparava a stringere le maglie sulla creazione di un dominio fondamentalista che va dal Golfo persico all’Africa settentrionale. Se l’attacco progettato in Arabia Saudita fosse andato a buon termine, lo shock psicologico ed il segnale al mondo arabo ed a quello occidentale sarebbe stato di proporzioni devastanti”.