Cattolici pionieri dell’accoglienza ai migranti
di Theresa Kim Hwa-young
Nel suo messaggio per la Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, il vescovo di Jeonju mons. Vincent Ri Pyung-ho invita i fedeli ad abbattere il "muro dell’inimicizia" verso il milione di emigrati.
Seoul (AsiaNews) – I cattolici coreani “devono essere pionieri nell’accoglienza ai migranti, e realizzare così il compito affidatoci dal Signore quando ha fatto dei due popoli uno solo, abbattendo il muro dell’inimicizia”.
 
E’ questo l’invito rivolto alla comunità dei fedeli coreani da mons. Vincent Ri Pyung-ho, vescovo di Jeonju e presidente della Commissione episcopale per la cura dei migranti, nel suo messaggio per la 93esima Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, celebrata ieri.
 
Il fenomeno della migrazione, scrive il presule, “è diffuso e si sviluppa in maniera molto rapida: questo è uno degli elementi che ci rende consapevoli dei cambiamenti del mondo e della loro continua successione. Nel nostro Paese, secondo i dati statistici, vivono al momento oltre 1 milione di emigrati, mentre quasi 160mila famiglie sono multiculturali”.
 
Nonostante questi numeri, sottolinea però mons. Ri, “il Paese non è preparato in materia: per questo i cattolici devono essere pionieri nell’accoglienza agli emigrati”.
 
Un esempio, aggiunge, “può venire dal beato Giovanni Battista Scalabrini e dalle congregazioni da lui fondate: la Congregazione dei missionari per gli emigrati italiani e quella delle suore missionarie di san Carlo Borromeo per gli emigranti”.
 
In conclusione, mons. Ri esprime la sua speranza affinché “il desiderio di Nostro Signore, che ‘ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia (Ef. 2: 14)’, venga realizzato in maniera concreta grazie ai nostri sforzi, in modo particolare proprio ora, quando i confini perdono significato e la popolazione del mondo diviene un’unica famiglia, con un unico destino”.