L’anniversario della nascita del Buddha tra industrie e inquinamento
di Prakash Dubey
Le celebrazioni per il 2551° anniversario della nascita del Buddha, svolte ieri, sono state offuscate dal triste scenario che si è presentato davanti agli occhi dei fedeli giunti a Lumbini, dove egli nacque, e oggi diventato luogo di pellegrinaggio. Secondo alcuni, il degrado di questo luogo sacro per i buddisti è voluto dal governo che vuole ostacolare il diffondersi del buddismo e favorisce quindi la nascita nel luogo di nuove industrie.

Lumbini (AsiaNews) – Il triste scenario che si è presentato davanti agli occhi di monaci e credenti buddisti, recatisi ieri a Lumbini, ha offuscato le celebrazioni per il 2551° anniversario della nascita del Buddha. Lumbini - distretto di Kapilvastu a sud del Nepal – dove nacque il Buddha, è oggi luogo di pellegrinaggio.

Beante Jayadeo, un giovane monaco buddista indiano , recatosi a Lumbini per celebrare questo 2551° anniversario, racconta ad AsiaNews il suo stupore nel constatare che il Nepal non ha curato “questa terra sacra come un’oasi di serenità e bellezza naturale. Sono dispiaciuto nel vedere questo luogo pieno di rifiuti e smog. Non si respira aria pulita. Mi stupisce che il governo nepalese abbia permesso questo scempio”. Tenjing Lama, un laico buddista nepalese, ha aggiunto “la diffusione delle industrie intorno a Lumbini è volontà dei governanti indù per mantenere sotto controllo il buddismo. Questi governanti hanno sempre sostenuto che il buddismo è una setta di gente delle caste inferiori e di tribali. Non vogliono che Lumbini diventi il più importante luogo di pellegrinaggio buddista. Quindi spingono gli industriali, tutti indù, ad aprire fabbriche per rovinare lo splendore di questo luogo”.

Nabin Chitrakar, un componente del Lumbini Development Trust (Ldt), nega che ci sia un tentativo di distruggere l’eco-spiritualità di Lumbini, ma dice che comunque il governo nepalese non ha fatto nulla per impedire questo stato di cose. Chitrakar ricorda anche che il governo, tra il 1970 e il 2000, ha preparato e presentato 19 rapporti, che però sono sempre stati archiviati dalle autorità interessate, le quali continuano tuttavia a chiedere altri rapporti.

“Al momento – dice Chitrakar – piuttosto che preparare nuovi progetti dovremmo concentrarci sulle proposte fatte nei vecchi rapporti. Purtroppo noi siamo impotenti. Anche se proviamo ad abbellire e preservare questo luogo con l’aiuto della gente, siamo destinati a fallire. Deve essere il governo a garantire lo sgombero delle industrie”.