Scarsa affluenza alle urne per il secondo turno delle presidenziali
Nel duello tra Ramos Horta e Guterres gli analisti non si sbilanciano in previsioni. Pochi gli elettori davanti ai seggi, forse scoraggiati dalle accuse di manipolazione e intimidazioni, che hanno caratterizzato il primo turno un mese fa. Risultati provvisori attesi per stanotte.

Dili (AsiaNews) – Seggi aperti nel giovane Stato a maggioranza cattolica di Timor Est, dove è in corso il secondo turno delle presidenziali. Il confronto è tra il premier e Nobel per la Pace José Ramos Horta, e il presidente del Parlamento, Francisco "Lo-Olo" Guterres, ex guerrigliero indipendentista del Fretilin, partito maggioritario. Gli elettori chiamati al voto sono 520mila in circa 700 seggi allestiti in tutto il Paese. E' la prima consultazione dall'indipendenza di questa ex colonia portoghese dalle forze di occupazione indonesiane, conquistata nel 2002 dopo tre anni di sanguinosi scontri

L’attuale premier ad interim promette di affrontare la grave crisi economica facilitando investimenti esteri diretti; Guterres, invece, ha incentrato il suo programma elettorale sul mantenimento della sicurezza nel Paese, dove dal 2002 continuano a verificarsi violenze ad intermittenza tra fazioni rivali. Anche se Ramos Horta è dato per favorito, esperti invitano a non sottovalutare il vasto sostegno, di cui il Fretilin ancora gode nelle zone rurali dell’isola. I vescovi cattolici di Dili e  Baucau il mese scorso avevano incoraggiato i fedeli a “recarsi alle urne e scegliere con coscienza” la guida del Paese.

Il voto, però, si sta svolgendo in un clima di incertezza e inquietudine: le numerose accuse di manipolazione e intimidazioni che hanno caratterizzato il primo turno del 9 aprile sembra stiano scoraggiando la popolazione a recarsi alle urne. L’afflusso finora risulta nettamente minore alla grande partecipazione di un mese fa, attestata all’81%. I seggi sono presidiati da circa 4mila poliziotti delle Nazioni Unite e delle forze di sicurezza locali, appoggiati dal contingente di pace dispiegato l'anno scorso per arginare le violenze. I risultati provvisori sono attesi già da stanotte.

Il nuovo capo di Stato succederà a Xanana Gusmao, ex leader guerrigliero che sembra interessato a candidarsi a primo ministro alle politiche di giugno.