Cinesi indonesiani: infrangere il tabù della partecipazione politica
Il presidente della Chinese-Indonesian Association invita gli indonesiani di origine cinese a superare la segregazione in cui hanno vissuto per decenni, a studiare la storia e le filosofie politiche per poi in futuro formare un proprio partito con un’ideologia e un seguito tra la popolazione.
Jakarta (AsiaNews) – Dopo decenni di discriminazioni, la minoranza cinese in Indonesia, inizia a parlare di partecipazione politica, ma esclude per ora l’ipotesi di formare un partito proprio. Intervenendo ad un dibattito per il 7° anniversario del quotidiano Indonesia Shang Bao, lo scorso 10 maggio, Eddie Lembong - presidente della Chinese-Indonesian Association - ha incoraggiato la partecipazione politica degli indonesiani di origine cinese, i quali solo dall’anno scorso hanno iniziato a vedere “la luce in fondo al tunnel”.
 
Nel 2006 una Legge sulla cittadinanza e una sul registro civile “hanno sradicato la maggiore causa di trattamenti discriminatori verso minoranze come la cinese”, dice Lembong. Le nuove norme, tra le altre cose, hanno definito “nativo” chiunque sia nato nel Paese da cittadini indonesiani e hanno eliminato le agevolazioni previste per i gruppi “indigeni” nei prestiti bancari e negli appalti di lavori pubblici. 
 
La comunità cinese rappresenta tra l’1e il 2% dei 245 milioni di abitanti, ma ha in mano più di metà dell'economia nazionale. La maggior parte dei cinesi immigrati sono cristiani. Il trentennale regime di Suharto aveva segregato i cinesi a livello sociale e culturale: non era loro permesso di stare a Jakarta dopo le 10 di sera e dovevano ritirarsi a Chinatown; vietato scrivere in caratteri cinesi fatta eccezione per i templi buddisti e la comunità è stata oggetto di violente rivolte negli anni ’90.
 
“Molti indonesiani di origine cinese - spiega il presidente dell’Associazione - guardano alla politica come un tabù, un campo in cui non entrare”. Fin dal periodo della colonizzazione olandese il sistema legale era discriminante sulla base di razza, etnia, religione, territorio e status sociale.
Eddie Lembong ha invitato la comunità cinese a potenziare le proprie “conoscenze di filosofia politica e storia, prima di pensare a scendere in politica con un partito”. A questo proposito egli ha spiegato che è necessario dar vita ad una “formazione politica con un’idea che ha seguito in tutta la popolazione, piuttosto che [ridursi ] ad una basata solo sull’etnia”.
 
All’incontro era presente anche l’ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid, a cui è riconosciuto il merito di aver rimosso numerose norme razziste durante il suo breve mandato (1999 – 2001).