Violenze, brogli e omicidi segnano le elezioni
di Santosh Digal
Malgrado lo stretto controllo della polizia sullo spoglio dei voti per il parlamento e gli enti locali,ci sono stati oltre 120 morti, tra cui 60 candidati. Ma le violenze sono considerate “isolate” e inferiori alle precedenti elezioni. Vescovo di Pampango: il grosso problema è il diffuso mercimonio di voti.

Manila (AsiaNews) – Oltre 100mila filippini non hanno potuto votare per timore di violenze. Anche se la Commissione elettorale e gli osservatori internazionali parlano di un voto in gran parte pacifico e ordinato, ci sono state violenze e omicidi. Vescovo di Pampango: chi vende il voto vende il suo futuro.

Rene Sarmiento, funzionario della Commissione elettorale nazionale, ha ammesso che oltre 100mila elettori del meridione del Paese non hanno potuto votare, per le minacce di violenze o la mancanza delle schede di voto che in alcuni seggi sono state rubate. “Nonostante l’aumento delle Forze di sicurezza – dice – alcuni funzionari elettorali si sono rifiutati di operare per ragioni di sicurezza”. Oggi due di loro sono morti nella parte meridionale di Manila nell’incendio della scuola usata come seggio, appiccato da ignoti. Ieri c’erano già stati almeno 126 morti e 149 feriti in incidenti collegati alle elezioni. Oscar Calderon, capo della Polizia, commenta che “continuiamo a ricevere rapporti di violenze isolate” ma che sono comunque inferiori alle precedenti elezioni. Sin dall’alba del 15 maggio ignoti hanno portato via urne elettorali e altro materiale. Tra i morti ci sono 60 candidati. Nelle province occidentali di Mindoro, Masbate e Abra ci sono stati 15 poliziotti morti e altri 17 feriti.

Tra il 75 e l’80% degli elettori ha potuto votare senza problemi, nonostante gli episodi di violenza e decine di denunce di frodi. Si è votato nei 224.667 distretti nazionali per eleggere la metà dei 24 seggi del Senato e tutti i 275 seggi della Camera dei rappresentanti, oltre a 17.600 seggi di organi locali. La percentuale dei votanti è stata del 77% nel 2004 e dell’85% nel 2001.

Henrietta de Villa, responsabile del Consiglio pastorale per un voto responsabile, dice che le votazioni sono state per la gran parte pacifiche. Il gruppo conta circa 500mila volontari che hanno controllato lo svolgimento corretto ed onesto delle elezioni e hanno distribuito volantini con i “10 comandamenti per un voto responsabile” sconsigliando di votare i candidati che vivono in modo immorale, quelli corrotti e chi usa violenza e denaro per raggiungere lo scopo.

Ma il grande problema restano i brogli elettorali e il mercimonio di voti. La Commissione elettorale ha istituito un organo speciale per indagare sulle denuncie di vendita di voti e 110 corti per occuparsi delle denunce di brogli, frequenti in queste occasioni.

Mons. Paciano Basilio Aniceto, arcivescovo di Pampanga, esprime ad AsiaNews “seria preoccupazione” per le notizie di vendita dei voti in varie parti della Nazione. Il 13 maggio nelle messe della diocesi è stata letta la sua Lettera pastorale che condanna simili frodi elettorali e ricorda la dura presa di posizione della Esortazione pastorale sulle elezioni fatta dalla Conferenza episcopale filippina del 1992. “Da giorni abbiamo avuto notizia – scrive nella Lettera – di gente che si ammassa in arene dove combattono i galli, stadi, complessi sportivi e altri luoghi affollati per ricevere regalie in denaro da certi candidati”. “Quando vendi il tuo voto – dice – vendi il tuo onore. Perdi ogni valore agli occhi di chi ti compra. Pregiudichi il tuo futuro e quello della tua gente”. A chi già ha ricevuto doni, dice di “non sentirsi vincolato da un accordo iniquo. Pentitevi e convertitevi a Dio, che è un Dio misericordioso”.