Continua la persecuzione antireligiosa, condannato un cristiano battista
Tre anni di campo di lavoro ad un cristiano, che era stato espulso per la sua attività religiosa ed è rientrato di nascosto. Ma il presidente Berdymukhamedov assicura l'Onu che i diritti umani sono rispettati.

Ashgabat (AsiaNews/F18) – Il cristiano battista Vyacheslav Kalataevsky il 14 maggio è stato condannato a 3 anni di campo di lavoro, per essere tornato nel Paese di nascosto dopo esserne stato espulso. Dopo 5 mesi dall’avvento del nuovo presidente Kurbanguly Berdymukhamedov rimane immutata la persecuzione contro i gruppi religiosi.

Kalataevsky è stato espulso nel giugno 2001 – dice l’agenzia Forum 18 - per “avere organizzato una casa di preghiera e incontri di cristiani battisti”. La famiglia è rimasta in Turkmenistan. Arrestato il 12 marzo per essere rientrato in modo illegale, i familiari dicono che nel processo il tribunale “ha solo eseguito le istruzioni del ministro per la Sicurezza dello Stato” e della polizia segreta. Nessuno ha voluto verificare se l’espulsione era stata regolare, né ascoltare i suoi testimoni, ma gli è stata solo contestata la sua attività religiosa con continue domande sui cristiani battisti.

Nel Paese è punita ogni attività dei gruppi religiosi non registrati, anche riunirsi per pregare. Il Consiglio delle Chiese battiste si rifiuta di chiedere la registrazione, che ritiene utilizzata solo per un maggior controllo.

Durante il processo c’è stata la visita di Louise Arbour, Alto Commissario delle Nazioni Unite. Berdymukhamedov le ha garantito che nel Paese c’è pieno rispetto dei diritti umani.