Le dimissioni di Wolfowitz fra applausi e critiche
di Richard Bloom
Dalla fine di giugno “Wolfie” non capeggerà più l’organismo internazionale. Vittoria dei gruppi neo-malthusiani e dell’UE che preparava una risoluzione d’urgenza contro di lui. Scontentezza in Giappone e in Asia.

Washington (AsiaNews) – La campagna internazionale contro Paul Wolfowitz ha avuto successo, ma non tutti i Paesi sono entusiasti della conclusione. Ieri sera, dopo diverse settimane di pressioni e battaglie mediatiche, Wolfowitz ha rassegnato le dimissioni da presidente della Banca Mondiale (BM). Le dimissioni – dovute ufficialmente a uno scandalo legato a favoritismi personali – saranno effettive dal 30 giugno prossimo, alla fine dell’anno fiscale. Lo ha annunciato lo stesso “Wolfie” in una dichiarazione, in cui spiega che il suo farsi da parte “è nel migliore interesse” dell’istituzione da lui guidata dal 2005. Egli ha però precisato di aver sempre agito “nel migliore interesse” della BM, anche nel caso della promozione di carriera e di stipendio verso la sua amante Shaha Ali Riza. Da parte loro, in un’altra dichiarazione, i direttori esecutivi della BM che volevano allontanarlo, hanno “accettato” che egli abbia agito “eticamente e in buona fede”. I due comunicati erano stati concordati per salvare la faccia della BM e del presidente uscente, ammettendo errori e buona fede da entrambe le parti.

La Casa Bianca, che ha sostenuto fino alla fine Wolfowitz, ha accettato “con riluttanza” le sue dimissioni. Al Parlamento europeo vi era in programma perfino una risoluzione d’urgenza contro Wolfie, voluta da verdi e socialisti. Di solito le risoluzioni d’urgenza si mettono in pista per gravi violazioni ai diritti umani.

Da oltre un mese “Wolfie” era sotto pressione perchè lasciasse la guida della BM, l’organismo che ogni anno offre prestiti senza interesse per 25 miliardi di dollari a Paesi poveri. Fra le cause non dette della guerra contro di lui, si cita il suo essere troppo succube della politica di George W. Bush e di essere fra i responsabili della guerra in Iraq. Ma fonti di AsiaNews confermano ancora che i reali detrattori di Wolfowitz sono i gruppi neo-malthusiani che da tempo spingono la BM a un impegno economico  più grande verso le pratiche abortive nel Terzo mondo. Tali gruppi cercano anche di boicottare una rinascita economica dell’Iraq. Da poco Wolfie aveva decretato la riapertura dell’ufficio della BM a Baghdad, perchè, a stretto contatto con il nuovo governo iracheno, la BM riavviasse il finanziamento e la copertura finanziaria per la ricostruzione del Paese.

Le dimissioni di Wolfowitz portano gioia anche a diversi Paesi africani, ai quali egli aveva chiesto di essere più netti nella lotta alla corruzione, pena la sospensione dei prestiti. A difesa dell’operato di Wolfowitz hanno parlato Koji Omi, ministro giapponese delle Finanze, e diversi economisti asiatici.