A Bangkok, se ti colleghi a un sito “proibito” rischi 5 anni di reclusione
Dall’attuale governo militare arriva una nuova censura per internet. Diversi siti ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale sono stati bloccati. E due leggi che prevedono per i “trasgressori” pesanti sanzioni fino a un massimo di cinque anni di reclusione e 2.700 dollari di multa.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Una campagna per rafforzare la censura di internet è stata avviata dalle autorità Thai, al potere dal 19 settembre quando con un golpe è stato spodestato il primo ministro Thaksin Shinawatra.  La notizia è giunta da New York dove il gruppo Human Rights Watch ha fatto sapere che diversi siti ritenuti “pericolosi” sono stati bloccati.

Brad Adams, direttore di Human Rights Watch dell’Asia, ha spiegato “Con Thaksin ci si lamentava perché i media erano imbavagliati. L’attuale governo, che ha promesso un veloce ritorno alla democrazia, mina la libertà di espressione e il pluralismo politico, proprio come Thaksin”. “La libertà di espressione - ha aggiunto Adams - è alla base di qualsiasi democrazia funzionante. La Thailandia, con la decisione di censurare alcuni siti, si sta comportando come la Cina e il Vietnam. E’ questo ciò che vuole?”

Cinque siti, accusati di minacciare la sicurezza nazionale, sono stati bloccati. Tra questi il sito dedicato al 19 settembre (www.19sep.net e www.19sep.org) e un sito pro-Thaksin (www.ptvthai.com). Dall’estero queste pagine web possono essere visitate mentre in Thailandia l’accesso viene negato. Anche numerose stazioni radio sono state sottoposte a controlli per verificare che non ci siano rischi per la sicurezza nazionale.

Il gruppo di Human Rights Watch ha inoltre fatto sapere che “Il ministro ha richiesto al Google thailandese (www.google.co.th) e a Google.com di impedire in Thailandia l’accesso alle loro pagine web dalle quali si può accedere alle pagine bloccate”.

Il gruppo però non parla del recente blocco di Blogspot.com, deciso dopo una richiesta fatta dal Ministero dell’informazione e delle comunicazioni e di YouTube.com avvenuto quando sul sito sono apparsi video che ridicolizzavano il re Thai Bhumibol Adulyadej.

L’attuale governo thailandese ha inoltre emanato una legge contro la produzione, il possesso, la diffusione e l’accesso a informazioni internet ritenute proibite e un disegno di legge sui “reati” informatici che autorizza le autorità a intercettare e impossessarsi dei dati del computer e bloccare le informazioni che circolano in rete considerate minacciose per la sicurezza nazionale. Le due leggi prevedono pesanti sanzioni. Fino a un massimo di cinque anni di reclusione e 2.700 dollari di multa.