Wu Bangguo: Hong Kong ha solo l’autonomia che Pechino gli concede
Il capo del parlamento cinese nega che la città abbia propri poteri indipendenti da Pechino e che i poteri giudiziario ed esecutivo possano essere indipendenti da quello politico. Ma politici ed esperti di Hong Kong insistono che la Basic Law non esclude la loro piena autonomia.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Hong Kong ha l’autonomia “che il governo centrale decide di assegnargli” e nulla di più. Wu Bangguo, presidente dell'Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese, ricorda i limiti – secondo Pechino - dell’autonomia della città.

L’art. 20 della Basic Law,  la mini-costituzione che disciplina l’autonomia della città da Pechino, è stato spesso letto da Hong Kong come la giustificazione legale per l’assegnazione di una maggiore autonomia, che comprende la possibilità di elezioni libere e democratiche. Wu, durante un forum per il 10° anniversario dell’entrata in vigore della Basic Law - cui ha partecipato il capo dell’esecutivo di Hong Kong Donald Tsang Yam-kuen - ha detto che “non esiste il problema del c.d. potere residuo” rivendicato dalla Città. La Cina – ha proseguito – ha un unico governo e “l’alto grado di autonomia” di Hong Kong non è un attributo di questa Regione amministrativa speciale (Sar) ma proviene da quanto decide Pechino. Egli ha aggiunto che il Capo dell’esecutivo di Hong Kong (in teoria eletto ma di fatto designato da Pechino) ha un “ruolo dominante” nel governo della Sar e che “non sarebbe appropriato” voler copiare sistemi esteri con la separazione dei poteri tra esecutivo, legislativo e giudiziario.

Esperti ritengono che Wu, pur senza fare indicazioni specifiche, abbia voluto ammonire la città a non cercare soluzioni politiche che infrangano il “potere assoluto” di Pechino, anche perché nell’estate sarebbero previste le consultazioni per la riforma politica  di Hong Kong e la Basic Law prevede l’instaurazione del suffragio universale entro il 2008.

Ma Ngok, scienziato politico dell’università Cinese di Hong Kong, commenta al quotidiano South China Morning Post che “il messaggio è chiaro. Ogni potere proviene da Pechino e Questa ha l’ultima parola su ogni decisione”.

Da dieci anni, da quando l’ex colonia britannica è tornata a far parte della Cina, Hong Kong ha sempre rivendicato una maggiore indipendenza e l’adozione di elezioni democratiche. Il potere giudiziario è rimasto indipendente da quello politico.

James Tien Pei-chun, presidente del Partito liberale cittadino, risponde che la Basic Law non esclude un sistema federale e una piena autonomia di Hong Kong e non prevede ma nemmeno nega l’indipendenza dei tre poteri. Gli fa eco Ma, secondo cui in un sistema federale, disciplinato da una Costituzione scritta, il governo centrale ha solo i poteri attribuitigli dalla stessa; mentre tutti i “poteri residui” sono propri dei governi particolari.

Ma Pechino è contraria a questa interpretazione. Già nel 2004 Qiao Xiaoyang, vicesegretario generale del Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo, ha detto che la Cina ha un governo unitario che detiene ogni potere e che le autorità locali hanno solo i poteri loro delegati dal centro.