Sequestra e tiene in schiavitù nella sua fabbrica lavoratori migranti
Nello Shanxi, il figlio del segretario del Pc locale costringe 32 migranti a lavorare 20 ore al giorno senza paga, nutriti a pane e acqua, senza dar loro vestiti né scarpe né farli lavare, sotto il controllo di guardie e cani. Un migrante ucciso di botte perché troppo lento nel lavoro. Ora la polizia ha arrestato gli aguzzini.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un lavoratore migrante è stato picchiato a morte e altre 31 fatti lavorare quasi come schiavi in una fabbrica di mattoni nel villaggio di Caocheng, contea di Hongdong (Shanxi). Ora sono finiti in carcere il proprietario, figlio del segretario locale del Partito comunista, e alcune sue guardie.

Secondo il racconto del quotidiano locale Shanxi Evening News, gli operai sono stati costretti a lavorare dalle 5 del mattino all’una di notte, vivendo in una stanza piccola e buia senza letti né riscaldamento, nutriti a pane e acqua e senza ricevere nessuna paga, sotto il costante controllo di 5 guardie e 6 cani. Uno di loro, nativo del Gansu, è stato picchiato a morte con un badile perché “troppo lento” nel lavoro e tutti hanno ferite, anche perché sono stati costretti a portare sulla schiena mattoni ancora bollenti.

Quando la polizia è irrotta nella fabbrica, clandestina, alla fine di maggio, li ha trovati sporchi e macilenti, molti senza scarpe: sono stati costretti a indossare lo stesso vestito per un anno, senza lavarsi nemmeno i denti né tagliarsi i capelli. Otto di loro ricordano solo il proprio nome, ma non sanno dire da dove vengono o indicare parenti o conoscenti. Tutti erano stati avvicinati nelle stazioni di Zhengzhou e di Xian e convinti a lavorare nella fabbrica. La stretta sorveglianza e i maltrattamenti hanno impedito qualsiasi fuga.

Il proprietario, Wang Binbin, figlio del segretario del Pc del villaggio Wang Dongji, è stato arrestato, insieme a un suo controllore, a una guardia e al ritenuto autore dell’omicidio, mentre altre 5 persone sono ricercate. La fabbrica sorge di fronte alla casa di Wang padre, pure finito sotto indagine.

In Cina decine di milioni di migranti rurali debbono lasciare casa per cercare lavoro, ma spesso sono sfruttati con orari di lavoro eccessivi, basse paghe e misere condizioni di vita. Parecchi non vengono nemmeno pagati. Spesso i proprietari di fabbriche e cantieri sono protetti dalle autorità locali.