Il governo riattiva la “polizia del turismo”
di Melani Manel Perera
I ministeri di Turismo e Difesa danno il via libera alla riapertura della Divisone della polizia nazionale, deputata a gestire i casi di molestie ai turisti e garantire sicurezza nei luoghi di maggiore attrazione. Gli impiegati nel settore sperano che la decisione contribuisca a risollevare la prostrata industria del turismo.
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka riattiva la polizia del turismo, i cui agenti si occuperanno di garantire il rispetto e la sicurezza dei turisti nazionali e dall’estero. La decisione è del ministero del Turismo e di quello della Difesa, che intendono così gestire anche i problemi legati all’industria del turismo, in crisi a causa della recente recrudescenza del conflitto civile.
 
Milinda Maoragoda, capo del dicastero per il Turismo, spiega che “la riapertura di questa Divisione della polizia garantirà lo sradicamento degli episodi di molestie ai turisti e contribuirà a mantenere un ambiente sereno che aiuti i turisti a godere la natura, la cultura e l’ospitalità che offre lo Sri Lanka”.
 
La Divisione della polizia del turismo sarà guidata dal soprintendete Maxi Proctor con la supervisione di un vice ispettore generale. Fonti interne al governo anticipano che “sarà istituita una rete di stazioni di polizia o unità poste nei principali luoghi di attrazione turistica per garantire a tutti i visitatori, locali e stranieri, un soggiorno sicuro e tranquillo”.
 
Intervistati da AsiaNews, alcuni autisti di taxi nella capitale Colombo, dicono di sperare che il provvedimento “aiuti ad aumentare il flusso di turisti”, da cui in modo molto stretto dipende il loro guadagno e la loro sussistenza.
 
Secondo un rapporto pubblicato dall’Hindustan Times, il flusso dei turisti dopo gli attacchi aerei di aprile delle Tigri è sceso del 36% rispetto allo stesso periodo del 2006. Fonti nell’aeroporto di Colombo parlano di 500mila arrivi l’anno scorso e di entrate per l’industria del turismo pari a 410 milioni di dollari. Colombo è infatti uno degli snodi principali del sud asiatico con 4 milioni di persone che ogni anno fanno scalo al Katunayake.