Inviato Onu: la crisi di Gaza minaccia tutta la regione
Intervenendo ieri all’apertura del Consiglio di Sicurezza, l’emissario Onu in Medio Oriente esprime preoccupazione per la presa di potere di Hamas nella Striscia, che minaccerebbe anche la stabilità di Israele e Libano. Invito alla comunità internazionale a sostenere Abbas “politicamente e finanziariamente”.

New York (AsiaNews/Agenzie) – La violenta presa del potere di Hamas a Gaza, lo scioglimento del governo di unità nazionale palestinese e la dichiarazione dello Stato di emergenza da parte del presidente Mahmoud Abbas generano un nuovo scenario politico nella regione, che minaccia la stabilità di Libano e Israele e di tutta la regione. La “preoccupata” analisi è dell'inviato Onu in Medio Oriente, Michael Williams, che ieri è intervenuto all’incontro d’apertura del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Williams ha aggiornato sulla situazione mediorientale descrivendo la vittoria di Hamas nella Striscia come “ben programmata ed eseguita”; egli ha poi condannato “la violenza brutale…e gli attacchi alle istituzioni legittime del presidente Abbas e del governo dell’Autorità nazionale palestinese”, giudicandole inaccettabili. L’inviato Onu ha sottolineato che “nonostante l’accaduto, Gaza e la Cisgiordania rimangono un unico territorio palestinese, amministrato legalmente dalla Anp guidata da Abbas, che ha nominato un governo d’emergenza guidato da Salam Fayyad”.

Secondo Williams, è vitale che Israele e la comunità internazionale diano il loro sostegno politico ed economico ad Abbas e all’Autorità palestinese. L’Onu insiste poi perché sia Israele che Abbas regolarizzino gli accessi ai valichi da e per Gaza, in modo da facilitare la consegna degli aiuti umanitari.

Riferendosi al Libano, Williams ha espresso preoccupazione per l’assassinio del deputato Walid Eido, compiuto il 13 giugno scorso, e per gli scontri tra esercito libanese e militanti di Fatah el-Islam al campo profughi palestinese di Nahar el Bared. Riguardo il lancio di due razzi Katyusha avvenuto il 10 giugno contro la città di Kiryat Shmona, nel nord di Israele, l’emissario Onu ha parlato di “seria violazione” della risoluzione del Consiglio di Sicurezza che l’anno scorso ha concluso la guerra tra Israele ed Hezbollah.