Pechino, liturgia solenne commemora i martiri ortodossi
La cerimonia si è svolta nella chiesa dell’ambasciata russa presso la Repubblica popolare cinese. Ricordati i 222 martiri uccisi durante la Rivolta dei boxer.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La comunità ortodossa di Pechino ha ricordato con una liturgia solenne i 222 martiri cinesi morti durante la Rivolta dei boxer. Inoltre, i fedeli hanno partecipato ad un requiem che si è svolto presso la croce della devozione, posata lo scorso aprile nel terreno della chiesa missionaria russa dedicata alla memoria di tutti i martiri.
 
L’arciprete Dionisy Pozdnyayev ha guidato la preghiera lo scorso 24 giugno, giornata dedicata dalla comunità russo-ortodossa alla memoria dei martiri. Questa si è svolta presso la chiesa dell’ambasciata russa a Pechino davanti ad un gran numero di fedeli, per la maggior parte impiegati e diplomatici.
 
I resti dei martiri si trovano proprio in questa chiesa, dove vennero tumulati subito dopo il decesso: da allora, sono venerati come reliquie.
 
La Rivolta dei boxer, avvenuta nel 1900, era nata come moto di ribellione non solo nei confronti delle potenze straniere che sfruttavano economicamente la Cina, ma anche contro quei cinesi che si erano convertiti alle religioni ed ai costumi occidentale. I cinesi di fede cristiana, in particolar modo, erano considerati dei traditori.
 
Nel corso della Rivolta, morirono diverse migliaia di ortodossi cinesi. Una volta ritrovati i resti dei 222 martiri, ed ottenuta la loro identificazione, essi sono entrati nella lista dei santi della chiesa russa-ortodossa, già dal 1902, quando il Sinodo della chiesa russa li inserì nel martirologio ufficiale.
 
Diverso destino per i martiri della Chiesa cattolica, canonizzati da Giovanni Paolo II nel 2000: il gesto, infatti, è stato duramente criticato dall’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, che lo ha definito un avallo del "colonialismo” di inizio ‘900.