Rapporto Onu: esperti internazionali per fermare il traffico d’armi dalla Siria
Il documento, che sarà presentato da Ban Ki-moon al Consiglio di sicurezza, propone la creazione di una unità speciale dell’esercito libanese. Monito del patriarca Sfeir: ognuno dei protagonisti obbedisce a voci esterne alla patria. No all’ipotesi dei due governi.
Beirut (AsiaNews) – Serve un gruppo speciale dell’esercito libanese, sostenuto da esperti internazionali, per impedire che attraverso la frontiera tra Libano e Siria continui il traffico di armi, leggere e pesanti, e di uomini che vanno ad ingrossare le fila di chi minaccia la stabilità del Paese dei Cedri. Lo sostiene il rapporto di un gruppo internazionale di esperti dell’Onu, guidato dal danese Lasse Christensen, elaborato al termine di una missione di tre settimane e che il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-mon presenterà oggi al Consiglio di sicurezza.
 
Il rapporto, secondo anticipazioni giornalistiche, afferma che la frontiera tra Siria e Libano è troppo permeabile: i passati decenni di dominazione siriana sul Libano, osserva il documento, hanno impedito la creazione di controlli di frontiera e attualmente “non c’è cooperazione” sul passaggio di confine. Preoccupazione è espressa poi per la presenza di “numerosi gruppi palestinesi fortemente armati schierati su entrambi i lati del confine”. Questi rappresentano “sacche di territorio nel quale alle forze di sicurezza libanesi è impedito di svolgere i loro compiti”.
 
Da Bkerke, intanto, è venuto un duro monito del patriarca maronita, il card. Nasrallah Sfeir, perché siano i libanesi a cercare la soluzione dei loro problemi. “C’è difficoltà – ha affermato – a trovare soluzioni, perché ognuno dei protagonisti obbedisce a voci esterne alla patria” e “tutti quelli che ci aiutano lo fanno a servizio dei loro interessi, e non per la gloria”.
 
Il patriarca si è anche espresso duramente sull’ipotesi della coesistenza di due governi, ipotizzata dall’opposizione: “equivarrebbe – ha detto – alla distruzione del Paese”. Dopo aver deplorato la divisione esistente tra i cristiani, il patriarca ha lanciato un appello a “serrare i ranghi e dare prova di solidarietà per far uscire il Paese dalla crisi”.