Comunicato del PIME su padre Giancarlo Bossi
Il PIME ringrazia tutti coloro che pregano e lavorano per il missionario rapito e chiede di non strumentalizzare la vicenda.
 
 
Il Pontificio Istituto Missioni Estere vuole anzitutto ringraziare tutti coloro che pregano e lavorano per la liberazione di p. Giancarlo Bossi, rapito il 10 giugno a Payao, nell’isola di Mindanao.
 
Fin dai primi giorni il governo italiano si è mobilitato nelle Filippine con l’ambasciatore, in Italia con l’unità di crisi del Ministero degli Esteri, per offrire al PIME tutto il sostegno necessario.
Proprio da domani una delegazione dell’unità di crisi giungerà a Mindanao per lavorare con le autorità locali politiche ed ecclesiali, insieme ai missionari del PIME.
 
A tutt’oggi il PIME non ha ricevuto alcuna rivendicazione, né è a conoscenza di chi siano i rapitori.
Per questo guardare all’accaduto come a un conflitto fra cristiani e musulmani è al momento ingiustificato.
 
Il PIME non vuole essere coinvolto in polemiche politiche e si spiace che la vita di una persona venga strumentalizzata.
Infatti, secondo i responsabili del PIME nelle Filippine, le polemiche di questi giorni in Italia rischiano di essere controproducenti, rendendo ancora più difficile la liberazione del nostro confratello.
 
Onde evitare qualsiasi illazione, d’ora in poi il PIME esprimerà le sue posizioni attraverso comunicati ufficiali.
 
 
P. Gian Battista Zanchi
Superiore Generale del PIME
 
2 luglio 2007