Rapiti 4 cristiani in fuga da Baghdad
Scappavano diretti al loro villaggio di origine in Kurdistan, dopo che alcuni terroristi avevano minacciato di ucciderli se non lasciavano la capitale. Cristiani in città raccontano: “Nella completa assenza di regole e rispetto delle autorità, qui criminali e terroristi fanno ciò che vogliono sulla popolazione”.

Baghdad (AsiaNews) – Fuggivano da Baghdad e dalle quotidiane minacce di morte, ma sono stati rapiti sulla strada per Kirkuk. È successo ieri mattina a 4 cristiani caldei, secondo quanto riferito da fonti di AsiaNews nella zona. Si tratta di Georges Isaak e suo figlio Stuart, Shaqat Youssif e Martin Yacoub. Il sequestro è avvenuto nei pressi della cittadina di Salman Beck, 120 km a sud di Kirkuk.

I 4 volevano raggiungere il loro villaggio di Daiabun, vicino Zakho, nel Kurdistan iracheno; i terroristi avevano minacciato più volte di ucciderli, se non avessero lasciato la capitale. I responsabili religiosi del posto stanno cercando contatti con i rapitori.

La dinamica e il contenuto delle minacce contro i cristiani è lo stesso da mesi a Baghdad: o la conversione o abbandonare tutto senza portare nulla con sé. “In un contesto di completa assenza di regole e rispetto delle autorità – raccontano le fonti di AsiaNews, che chiedono l’anonimato -  i criminali fanno ciò che vogliono: possono minacciare, rapire, uccidere”. Dopo aver “ripulito” il quartiere di Dora, la campagna di terrore per costringere alla fuga i cristiani ha preso di mira le zone di Alameria e Hai-Aljameea.

Ma violenze e rapimenti colpiscono in modo indistinto anche sunniti e sciiti e l’unica possibilità di salvezza è ormai, per chi se lo può permettere, la fuga. A metà giugno, dopo il secondo attacco alla Moschea d’Oro di Samarra, stime non ufficiali hanno parlato di 400 famiglie musulmane fuggite da Baghdad in una sola settimana, per paura di rappresaglie e nuove violenze settarie.