Il capo della “moschea rossa” invita i suoi studenti alla resa
Abdul Aziz, leader spirituale della Lal Masjid, è stato arrestato mentre cercava di fuggire sotto un burqa, confuso insieme ad alcune donne. Ancora incerto il numero delle vittime, mentre il governo parla di terroristi islamici asserragliati all’interno della moschea.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – La guida religiosa della Lal Masjid, la “moschea rossa” della capitale, ha  chiesto ai suoi seguaci di fermare gli scontri con la polizia ed arrendersi alle autorità; il messaggio è stato inviato tramite la televisione pubblica nazionale.
 
Abdul Aziz, il leader della moschea e dell’annessa madrassa Jamia Hafsa, ha invitato poi gli studenti a non sacrificare la loro vita per lui. Il religioso è stato arrestato ieri in serata mentre cercava di fuggire sotto un burqa e confuso insieme ad alcune donne; le forze dell’ordine lo hanno individuato a causa della statura e della corporatura non di tipo femminile.
 
Nel suo messaggio ha sottolineato che l’invito alla resa nasce dall’enorme dispiegamento di forze davanti alla moschea, che rende impossibile la vittoria. Gli scontri sono nati ieri, quando la polizia ha fermato alcuni studenti della madrassa, ma si è inasprito nella notte.
 
Questa mattina le forze governative hanno lanciato all’interno dell’edificio granate lacrimogene; gli assediati hanno risposto con un lancio di granate. Non è ancora chiaro il numero delle vittime: oltre alle 16 morti confermate dal ministero degli Interni, infatti, testimoni oculari continuano a riferire di vittime sparse all’interno della moschea.
 
Secondo il ministro degli Affari Religiosi, questa sarebbe in mano ad una trentina di terroristi armati, che starebbero trattenendo con la forza un numero imprecisato di studenti.