Vescovi: legge anti-terrorismo, iniqua e pericolosa
di Santosh Digal
Secondo la Conferenza episcopale delle Filippine, il nuovo testo di legge – che entrerà in vigore il 15 luglio - crea panico ed insicurezza nella popolazione, e potrebbe divenire causa di enormi ingiustizie.
Manila (AsiaNews) – La Conferenza episcopale delle Filippine ha chiesto oggi al governo una revisione della nuova legge anti-terrorismo, che entrerà in vigore il prossimo 15 luglio, perché i poteri illimitati che conferisce all’esercito “creano panico ed insicurezza nella popolazione, e potrebbero divenire causa di enormi ingiustizie”.
 
La dichiarazione è stata rilasciata dal presidente della Conferenza, mons. Angel Lagdameo, durante la conferenza stampa che ha chiuso l’assemblea plenaria dei vescovi, che si è svolta a Manila: “Il tempo corre, ma vi è ancora bisogno di discutere questa legge e rivederla, prima che entri in vigore”.
 
Secondo i presuli, è iniqua la definizione di “attività terroristiche” presente nella legge: essa “è troppo ampia, e permette al governo di farvi rientrare qualunque cosa”. Inoltre, “vanno riviste le concessioni fatte ai militari, praticamente illimitate”.
 
Secondo la sez. 3 del testo, sono “attività terroristiche” tutte quelle azioni “che causano panico fuori dall’ordinario”: queste possono essere punite con la reclusione “fino a 40 anni”. Inoltre, la sez. 19 permette “la detenzione arbitraria di un sospetto per più di tre giorni, gli arresti domiciliari anche se non convalidati da un giudice e l’interdizione da ogni tipo di spostamento”.
 
I vescovi, “in quanto pastori della popolazione, hanno il dovere di indagare sulla moralità di questa legge. Noi crediamo che sia iniqua, e chiediamo una revisione che permetta il dialogo ed il confronto sociale”.