Saltano gli argini sul fiume Huai, in pericolo le case di milioni di persone
Senza precedenti da 100 anni le piogge torrenziali che da settimane flagellano la Cina, causando inondazioni con centinaia di morti e miliardi di dollari di danni. Per la zona di Chongqing sotto accusa la diga delle Three Gorgers. Intanto c’è caldo torrido nel meridione.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Non si placano le inondazioni che da tre settimane flagellano il Paese e hanno ucciso oltre 500 persone solo sull’Huai, distrutto milioni di ettari di coltivazioni e causato miliardi di dollari di danni. Lungo lo stesso fiume Huai, il terzo più grande della Cina, si sono staccate centinaia di sezioni di argini. Ora sono in pericolo le case di milioni di cinesi, mentre per oggi sono previste ancora piogge torrenziali, specie sull’alto corso dello Huai e nella valle dello Yangtze. Gli esperti sperano che la stagione delle piogge finisca in un paio di giorni, ma dicono che sono i giorni di maggior rischio per gli argini, dopo settimane di pressione dei fiumi in piena.

La piena del fiume Huai ha costretto dall’inizio di luglio circa 500mila persone a lasciare la casa in Henan, Anhui e Jiangsu e molte ancora non possono tornarci. Decine di migliaia di soldati sorvegliano gli argini e intervengono per ripararli. Decine di villaggi dell’Anhui sono stati volutamente inondati per far defluire miliardi di metri cubi di acqua.

Sulla municipalità di Chongqing, presso il fiume Yangtze, si sono abbattute le peggiori piogge da un secolo, causando inondazioni, smottamenti e altri disastri con almeno 42 morti. Decine di migliaia di residenti rurali hanno perso la casa e ora abitano in scuole o in tende, mangiano solo grazie ai rifornimenti dell’esercito. Sotto accusa anche la diga delle Three Gorges, per i suoi possibili effetti sull’ecologia e meteorologiche. La stessa Xinhua, agenzia statale, non le esclude, ma sostiene che non sono provate con certezza.

Le pesanti piogge il 22 luglio hanno causato l’inondazione di una miniera nel settentrionale Shanxi. I soccorsi cercano di recuperare 11 minatori, ma debbono lottare con un mare di fango e rocce.

Mentre intere regioni sono invase dall’acqua, in 5 province meridionali è continuata oggi un’ondata di caldo, con temperature previste di 39 gradi in Zhejiang, Fujiang, Jiangxi, Guangdong e Hunan, e fino a 43 gradi nell’estremo occidente dello Xinjiang.