La disputa sui confini marini affonda i colloqui
Pyongyang abbandona il tavolo delle trattative, al più alto livello militare dalla guerra di Corea ad oggi, definendole “infruttuose”: il nodo da sciogliere resta il limite delle rispettive acque territoriali.

Panmunjom (AsiaNews/Agenzie) – Stop ai colloqui bilaterali fra le due Coree in seguito ai mancati progressi nella disputa sui confini: secondo il capo della diplomazia nordcoreana, i delegati di Pyongyang hanno abbandonato il tavolo delle trattative perché “infruttuose”. La Corea del Nord chiede che il confine marino a ovest della penisola coreana sia spostato più a sud: la zona è ricca di pesci e più volte in passato si sono registrate vere e proprie battaglie per la disputa delle acque e del prezioso pescato.

La tre giorni di colloqui, tenuta in territorio neutro nel villaggio di Panmunjom, è al più alto livello militare mai registrato sinora nelle relazioni diplomatiche fra i due Paesi, che ancora oggi non hanno sottoscritto un accordo di pace dalla guerra di Corea dei primi anni ’50 del secolo scorso.

In agenda erano in programma accordi per scongiurare altri scontri in mare e garantire la sicurezza per avviare progetti commerciali congiunti, ma la definizione dei confini ha monopolizzato il tavolo dei lavori. La linea di demarcazione – meglio conosciuta come Northern Limit Line e decisa dalle Nazioni Unite alla fine della guerra di Corea – non viene peraltro riconosciuta dal governo di Pyongyang, che accusa le navi di Seoul di invadere le sue acque territoriali.

“Non abbiamo più bisogno di questo genere di colloqui”, sottolinea il leader della delegazione della Corea del Nord, gen. Kim Yong-chol che li definisce “infruttuosi”. Replica seccata della controparte sudcoreana per bocca del generale Jung Seung-jo che definisce “deplorevole il fatto di abbandonare i colloqui senza risultati concreti”.

La tre giorni di trattative fa seguito a tutta una serie di apparenti aperture di Pyongyang alla comunità internazionale, fra le quali il blocco di tutti e 5 i reattori della centrale nucleare di Yongbyon. Un primo passo in vista di un accordo sul disarmo sottoscritto dalla Corea del Nord in cambio di energia e sovvenzioni.