Riforma costituzionale: il governo potrebbe manipolare la consultazione popolare
Le proposte del “libro verde” sono confuse e inducono in errore. Soprattutto, il governo non ha indicato come “conterà” i voti. Già in passato i risultati sono stati manipolati, dando maggior valore ai voti conformi alla volontà del governo.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Il “libro verde” predisposto dal governo per la riforma costituzionale è “ingannevole” perché questioni fondamentali, come la scelta per il suffragio universale per l’elezione del Consiglio legislativo (Legco), sono poste in modo da confondere i cittadini chiamati a esprimere un parere. E’ l’opinione di studiosi e parlamentari di Hong Kong, mentre cresce il timore che il governo cittadino possa manipolare i voti, interpretandoli come preferisce.

Il governo ha predisposto il "Libro verde" che indica possibili riforme costituzionali per l’elezione del Capo esecutivo e del Consiglio legislativo (Legco). Entro 3 mesi i cittadini debbono esprimere preferenze e il governo ha detto che presenterà poi a Pechino le proposte sostenute da almeno il 60% dei votanti. Ma – osserva Robert Chung Ting-yiu, direttore del programma per le indagini statistiche dell’Università di Hong Kong – il governo non ha detto come “conterà” i voti.

Chung ricorda che nel 1987 la Gran Bretagna ha indetto una consultazione popolare sull’elezione diretta del Legco ma che il governo, dopo il voto, “ha scelto un sistema [di interpretazione dei voti] idoneo a confermare la sua posizione”. Alle petizioni con centinaia e migliaia di firme fu dato poco valore perché “risultato di una mobilitazione” che poteva avere influenzato la gente, mentre fu dato un valore speciale alle “lettere predisposte” dal governo. “Non vedo differenze” – commenta Chung – tra chi sottoscrive una petizione e chi firma una lettera già predisposta. Dovrebbero avere identico valore”. Grazie a questa “lettura” del voto, “nel 1987 il governo britannico ha concluso che l’opinione pubblica era contraria alle elezioni dirette”.  Anche oggi il problema “è che il governo non ha ancora indicato come conterà i voti”.

Intanto un portavoce dell’Ufficio per la riforma costituzionale e gli affari della Grande Cina ha detto che saranno molto considerate, oltre ai pareri scritti, le indagini a campione svolte da università e la possibilità che una proposta abbia il sostegno dei due terzi del Legco, organo eletto in modo da assicurare la maggioranza a membri scelti da Pechino.

Chung osserva, ancora, che le questioni poste dal libro verde “inducono all’errore” e hanno “gravi carenze” che possono inficiare il voto. Ad esempio, il documento chiede se istituire il suffragio universale per l’elezione del Legco sin dal 2012, o “attraverso una fase di transizione” prima del 2017, o dopo il 2017. In un’indagine a campione compiuta dall’Università di Hong Kong in questi giorni ci sono stati il 42% di voti favorevoli per il 2012, il 31% per il 2016 e il 19% per dopo il 2016. Questo significa che, comunque, il 92% degli intervistati vuole il suffragio universale, ma il voto potrebbe essere interpretato nel senso che nessuna proposta ha raggiunto la maggioranza richiesta, e rinviare la riforma a una data ancora successiva.

Il parlamentare democratico Sin Chung-kai commenta che questa indagine mostra che il libro verde è fatto in modo da indurre in errore e potrebbe far sembrare ci sia scarso sostegno pubblico al suffragio universale.