Pechino plaude la decisione Onu di inviare 26mila soldati in Darfur
Anche il Sudan definisce l’iniziativa “adeguata”. Avranno solo compiti di tutela della popolazione, che potranno difendere anche con la forza. Importante la pressione della Cina su Khartoum. Spielberg si unisce al fronte che vuole boicottare le Olimpiadi, se non sarà fermato il massacro.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino applaude la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di inviare una nuova forza di pace di 26mila uomini in Sudan per fermare il massacro nel Darfur. Ieri, poche ore dopo la decisione, il ministro cinese degli Esteri Yang Jiechi ha commentato che “questo è il risultato di sforzi concordati e [l’iniziativa] deve ricevere completa approvazione e incoraggiamento”.

Nella notte del 31 luglio il Consiglio di Sicurezza ha anche approvato l’uso della forza per proteggere i civili del Darfur. Il Sudan  ha detto che ritiene la decisione “adeguata”, dopo i cambiamenti introdotti poco prima del voto; tra l’altro, è stato tolto alla forza di pace il potere di sequestrare le armi illegali e disporne. Xavier Solana, capo della politica estera dell’Unione europea, ha commentato che è stata “evidente” l’influenza della Cina sul Khartoum.

La Cina è il primo partner commerciale del Sudan e il principale acquirente del suo petrolio. In precedenza ha impedito più volte all’Onu di adottare decisioni o sanzioni contro il Sudan. E’ stata accusata di farlo per salvaguardare i buoni rapporti economici con Khartoum e di vendergli armi. Per questo molti gruppi per la tutela dei diritti hanno proposto un boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino dell’agosto 2008, se la Cina non userà la sua influenza sul Sudan per risolvere il massacro nel Darfur, che in quattro anni si stima abbia causato oltre 200mila morti e più di 2 milioni di sfollati.

La proposta che ha avuto importanti adesioni nel mondo culturale Usa, con l'adesione di attori come Mia Farrow, George Clooney, Brad Pitt. Il 27 luglio il regista Steven Spielberg, direttore artistico per gli spettacoli delle Olimpiadi, ha minacciato di lasciare l’incarico se la Cina non assumerà una posizione più decisa verso il Sudan, per fargli accettare la forza di pace Onu e per “fermare il genocidio”.