从中国到埃塞俄比亚,海伦的历程与非洲更加美好未来的希望
作者 Giovanni M. Mazzacani
女企业家于二O一一年抵达非洲,两年的时间里,她雇佣了三千五百名非洲本地工人。“我展示出非洲可以成为世界手工业的枢纽”。她的成功史遭遇了北京在黑色大陆的新殖民主义

日内瓦(亚洲新闻)—离开英国到非洲寻找机遇的企业家海伦·海堪称是推动进步的典范。中国在非洲大陆的行为并非总是这样辉煌,正如许多中国项目招致了当地人的抗议,因为他们感到被剥削、被排斥。

            二OOO年至二O一一年,北京在非洲投资七百五十多亿美元。其中只有十一亿被经济合作与发展组织正式称为“为发展中国家做贡献”。同一时期,美国的投资总额大约为九百亿美元,北京竭尽全力对其在非洲的真正投资数字保密。以至于部分分析家视之为“新形式的殖民主义”。研究人员根据西方、非洲国家的消息分析得出结论,北京在非洲的项目达一千六百七十三个。还有自然资源,部分专家认为,北京“需要”从年轻大陆获取自然资源以交换就业岗位。

            海伦的见证却给全球化的世界带来了象征着勇气的标志。

“Sono arrivata in Etiopia nel 2011 e in 2 anni ho assunto 3500 lavoratori locali. Voglio dimostrare che l'Africa può diventare l'hub manifatturiero del mondo". Così racconta Helen Hai, 37 anni, durante il summit annuale 2015 degli Young Global Leaders presso la sede di Ginevra del World Economic Forum. Nata a Changchun, nell'estremo nord della Cina a soli 300 chilometri dalla Corea del Nord, ha alle spalle una brillante carriera nella finanza a Londra. Ma nel 2011 arriva un cambio inatteso: il presidente di Huajian, una delle più grandi imprese cinesi nella produzione di scarpe, le chiede di incaricarsi del lancio dell'azienda in Etiopia, uno dei paesi africani il cui Prodotto interno lordo sta crescendo di più, con una media annuale del 10 % negli ultimi 10 anni.

Helen si trasferisce ad Addis Abeba e in 3 mesi apre la prima fabbrica. Le esportazioni di scarpe prodotte per brand come Tommy Hilfiger, Clarkes, Guess, Naturalizere e dirette verso gli Stati Uniti e l'Europa aumentano a cifre esponenziali e così anche le assunzioni di lavoratori locali.

Ben prestola Hai diventa un volto noto in Etiopia tanto che il Primo ministro Hailemariam Desalegn la invita nel suo aereo quando nel 2013 va a Pechino a far visita al Presidente Cinese Xi Jinping. "Mi disse sull'aereo: ‘Ammiro molto il contributo che state dando all'Etiopia ma per sviluppare davvero questo Paese abbiamo bisogno di migliaia di imprese come Huajian’”.

"Il salario medio cinese nell'industria manifatturiera – spiega Helen – ha raggiunto i 3.500 yuan (490 euro) al mese. Qui in Etiopia paghiamo 10 volte meno. La crisi dei consumi in Europa e Stati Uniti sta spingendo i global retailers a dislocare la loro produzione dalla Cina a Paesi dove il costo del lavoro sia minore. Persino dal Bangladesh e dalla Tailandia sono ormai interessati a spostarsi nel Corno d’Africa. Ecco perché l'Etiopia ha preso il nome di ‘China's China’ ovvero la Cina della Cina".

Helen a questo punto ci tiene a precisare che nella sua fabbrica paga i lavoratori un 10% in più rispetto alla media del mercato e un 70% in più per quanto riguardo i benefici offerti: "Non credo nel modello 'Bangladesh'. Qui da me i lavoratori si sentono parte di una grande famiglia. Ne mandiamo molti a formarsi in Cina per qualche mese. Sono poi riconoscenti a vita".

Helen sa che cosa vuol dire vivere nell'estrema povertà. Nasce in una Cina poverissima e poi, cavalcando l'onda dell'apertura e delle grandi riforme volute a partire dal 1978 da Deng Xiaoping, grazie a una borsa di studio di Pechino giunge nelle migliori università londinesi che le aprono la strada a una brillante carriera. “Ora sono io a dover fare qualcosa per i giovani etiopi. Il loro futuro dipende anche da me. Lasciare un ottimo lavoro presso la celebre compagnia assicurativa svizzera Zurich a Londra? Sì, senza alcun dubbio!".

Di Helen colpiscono la sua concretezza, la sua schiettezza e un profondo desiderio di lasciare un impatto positivo nella società. Non si perde in discorsi idealistici. Dopo aver lanciato Huajian in Etiopia e aver assunto 3.500 persone in 2 anni è ora consulente strategico del governo etiope per quanto riguarda l'industrializzazione del Paese ed è anche Goodwill Ambassador per UNIDO, l'agenzia dell'ONU che ha il compito di promuovere uno sviluppo industriale inclusivo e sostenibile. “Il successo porta successo! – dice ancora con entusiasmo – e il successo di Huajian va replicato in molti Paesi africani per dare speranza a tanti milioni di persone che ancora vivono nell'estrema povertà. Offrire un posto di lavoro cambia la vita per loro e per i loro figli".

"La Cina esporterà circa 80 milioni di posti di lavoro nei prossimi anni. Una grande opportunità per l'Africa sapendo che il 60% della popolazione africana ha meno di 25 anni e che, da oggi al 2050, l'intera popolazione del continente raddoppierà raggiungendo i 2,4 miliardi. Ecco perché ora giro il mondo a convincere le aziende a trasferire la loro produzione non solo in Etiopia ma anche in Ghana e Senegal". Qualcuno alle mie spalle la chiama. "Perdonami ma ora devo andare. La prossima volta ci vediamo a Nairobi, ad Addis Abeba…o a Kigali? – mi domanda Helen – Recentemente anche il presidente del Rwanda Paul Kagame mi ha chiesto se lo aiuto ad attrarre investitori per una special economic zone vicino a Kigali. Come dire di no? Così costruiamo un solido futuro per questo magnifico continente”.