13/12/2020, 12.47
VATICANO
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​Papa: il cristiano è gioioso anche in momenti difficili, perché sa che Gesù gli è vicino

Coloro che nella Chiesa hanno il compito di annunciare Cristo agli altri debbono avere come modello Giovanni il Battista, “possono farlo solo nel distacco da sé stessi e dalla mondanità, non attirando le persone a sé ma orientandole a Gesù”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il cristiano è gioioso anche nei momenti della prova, perché sa che Gesù gli è vicino e per questo la sua testimonianza è “orientare a Gesù”. Un principio che vale particolarmente per quanto nella Chiesa hanno il compito di annunciare Cristo agli altri: essi debbono avere come modello Giovanni il Battista, “possono farlo solo nel distacco da sé stessi e dalla mondanità, non attirando le persone a sé ma orientandole a Gesù”.

La gioia cristiana è stata al centro della riflessione di papa Francesco prima della recita dell’Angelus, che nella odierna domenica “laetare”, cioè gioire, ha sottolineato ad alcune migliaia di persone presenti in piazza san Pietro, che nell’attuale tempo di Avvento “l’attesa che viviamo è gioiosa, un po’ come quando aspettiamo la visita di una persona che amiamo molto, ad esempio un grande amico che non vediamo da tanto tempo. E questa dimensione della gioia emerge specialmente oggi, la terza domenica, che si apre con l’esortazione di San Paolo «Rallegratevi sempre nel Signore» (Antifona d’ingresso; cfr Fil 4,4.5). E il motivo qual è? Che «il Signore è vicino» (v. 5)”.

“Più il Signore è vicino a noi – ha ribadito Francesco - più siamo nella gioia; più Lui è lontano, più siamo nella tristezza. Questa è una regola per i cristiani” che, non dovrebbero mai avere facce tristi.

Parlando del Battista, al centro del Vangelo di oggi, il Papa ha detto che “venne come testimone per dare testimonianza alla luce». Il Battista è il primo testimone di Gesù, con la parola e con il dono della vita. Tutti i Vangeli concordano nel mostrare come lui abbia realizzato la sua missione indicando Gesù come il Cristo, l’Inviato di Dio promesso dai profeti. Giovanni era un leader nel suo tempo. La sua fama si era diffusa in tutta la Giudea e oltre, fino alla Galilea. Ma lui non cedette nemmeno per un istante alla tentazione di attirare l’attenzione su di sé: sempre lui orientava a Colui che doveva venire. Diceva: «A lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo» (v. 27). Sempre segnalando il Signore, come la Madonna”.

“Ecco la prima condizione della gioia cristiana: decentrarsi da sé e mettere al centro Gesù. Questa non è alienazione, perché Gesù è effettivamente il centro, è la luce che dà senso pieno alla vita di ogni uomo e donna che viene a questo mondo. È lo stesso dinamismo dell’amore, che mi porta a uscire da me stesso non per perdermi, ma per ritrovarmi mentre mi dono, mentre cerco il bene dell’altro”.

“Giovanni il Battista ha percorso un lungo cammino per arrivare a testimoniare Gesù. Il cammino della gioia non è una passeggiata. Ci vuole lavoro. Ha lasciato tutto, fin da giovane, per mettere al primo posto Dio, per ascoltare con tutto il cuore e tutte le forze la sua Parola. Si è ritirato nel deserto spogliandosi di ogni cosa superflua, per essere più libero di seguire il vento dello Spirito Santo. Certo, alcuni tratti della sua personalità sono unici, irripetibili, non proponibili a tutti. Però la sua testimonianza è paradigmatica per chiunque voglia cercare il senso della propria vita e trovare la vera gioia. In particolare, il Battista è modello per quanti nella Chiesa sono chiamati ad annunciare Cristo agli altri”.

“La gioia – ha concluso - è questo: orientare a Gesù e la gioia deve essere la caratteristica della nostra fede”. “La gioia è questo, e la gioia deve essere la caratteristica della nostra fede, anche nei giorni bui. Sapere che il Signore è con me. Il Signore, il Signore è al centro". Chiediamoci: sono sempre come quelli tristi che sembrano di essere in una veglia funebre?

Dopo la recita della preghiera mariana, Francesco ha dedicato un particolare saluto a un gruppetto di bambini degli oratori romani. Pochi perché, ha sottolineato, il rispetto delle regole contro la pandemia ha spezzato quella gioiosa tradizione per la quale i bambini portavano in piazza san Pietro i “Bambinelli” del presepe che il papa benediceva. Ma ha ricordato Francesco, in tanti, bambini e ragazzi, si sono ritrovati nelle parrocchie o nelle proprie abitazioni, in attesa della benedizione, che ha impartito invitando tutti a “lasciarsi attirare, nel silenzio della preghiera di fronte al presepe, dalla tenerezza di Gesù, nato povero e fragile per darci il suo amore”. 

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