16/03/2021, 15.19
PAKISTAN
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‘Avete liberato i nostri figli’: pagato il debito di 45 famiglie delle fabbriche di mattoni

di Shafique Khokhar

Altre sette potranno cancellarlo grazie alla generosità dei lettori di AsiaNews. Distribuiti anche pacchi alimentari a 50 famiglie. La storia d’amore di Amir e Asima, ora liberi. Impresari musulmani lodano l’iniziativa: “Senza il vostro aiuto non ce l’avrebbero fatta”.

Faisalabad (AsiaNews) – “Nostra figlia è nata che eravamo schiavi. Ora però può aprire gli occhi in un mondo libero per noi”. Sono le parole con cui Asima Bibi (foto 1), una 27enne costretta a lavorare con il marito in una fabbrica di mattoni di Kamalpur, ringrazia AsiaNews e i suoi lettori per aver pagato loro il debito che avevano accumulato con il padrone dello stabilimento.

Grazie alla raccolta fondi, lanciata prima di Natale, 45 povere famiglie hanno potuto estinguere il loro debito con il proprietario della fabbrica in cui era obbligati a lavorare. Per pagare quanto dovuto dovevano impiegare tutte le forze della famiglia, anche i figli, che così non potevano andare a scuola. L’idea di pagare il debito di questi poveri lavoratori è nata da alcuni lettori di AsiaNews, dopo aver appreso della loro situazione.

Altri sette nuclei familiari potranno cancellare il proprio debito grazie ai fondi raccolti. La scorsa settimana sono stati distribuiti anche pacchi alimentari a 50 famiglie: tutte ringraziano di cuore i lettori di AsiaNews per i generosi contributi.

Amir Masih, il 28enne marito di Asima, ha raccontato ad AsiaNews di come si è indebitato: “La mia famiglia, che aveva in mente un matrimonio combinato per me, mi ha permesso di sposare Asima solo a patto di restituire quanto speso per il matrimonio”. Per ripagare i propri genitori, Amir ha chiesto un prestito di 70mila rupie (376 euro) al titolare di una fabbrica di mattoni, cifra cresciuta per la necessità di accudire la loro figlia. “Da quel momento – egli dice – eravamo diventati degli schiavi che attendevano di essere liberati da un Messia”. 

Per aiutare il marito, Asima ha dovuto lavorare alla fabbrica anche quando era incinta: “Era doloroso, ma non potevo fare altrimenti. Questo è il destino che abbiamo scelto per noi”. Ora ella vede però “l’amore del popolo di Dio che ha donato i suoi soldi per liberarci”.

La campagna di AsiaNews era stata lanciata con l’impegno di donare cibo e vestiti pesanti per l’inverno ai membri di 52 famiglie che lavorano nelle fabbriche di mattoni. A causa della stagione invernale e del Covid-19, gli stabilimenti sono chiusi e la gente non riceve salario da mesi. La miseria li spinge a chiedere prestiti ai loro padroni, rendendoli schiavi di questo tipo di lavoro – considerato fra i più bassi nel Paese – per generazioni. Dopo le prime donazioni in dicembre e gennaio, alcuni lettori hanno comunicato di essere disponibili a coprire tutto il debito che le 52 famiglie hanno contratto con i loro padroni.

Questa iniziativa non ha cambiato solo le vite di questi lavoratori e delle loro famiglie: essa ha mosso anche i cuori di alcuni produttori musulmani di mattoni, che vi hanno visto un grande gesto di umanità e liberazione. Secondo uno di loro, Abdul Majeed, ciò che è stato fatto per queste persone è meraviglioso: “Vi siete guadagnati un posto in Paradiso. Conosco queste famiglie da anni e senza il vostro aiuto non avrebbero potuto pagare i propri debiti. Esse erano condannate a lavorare qui per generazioni. La grazia di Dio onnipotente li ha resi liberi e ora avranno la possibilità di regalare un futuro migliore ai loro figli. Possa Dio benedire ognuno di voi”.

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