29/03/2020, 12.19
VATICANO
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Papa: nell’emergenza della pandemia, un ‘cessate il fuoco globale’

All’Angelus, papa Francesco si associa all’appello del segretario generale dell’Onu, preoccupato perché “nei Paesi in guerra i sistemi sanitari hanno collassato e il personale sanitario, già ridotto, è stato spesso preso di mira”. Un rinnovato impegno al superamento delle rivalità. I conflitti non si risolvono attraverso la guerra!”. Preghiera per i malati nelle case di cura, per le caserme, per i prigionieri. Il problema esplosivo del sovraffollamento delle carceri. “La risposta di Dio al problema della morte è Gesù: ‘Io sono la risurrezione e la vita’”. Il cristiano è “un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la vita”

Città del Vaticano (AsiaNews) - Nell’attuale emergenza per la pandemia, “che non conosce frontiere”, è urgente un “cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”. A conclusione della preghiera dell’Angelus, anche oggi recitato dalla biblioteca del Palazzo apostolico a causa del coronavirus, papa Francesco ha fatto suo l’appello lanciato giorni fa dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Il segretario dell’Onu è preoccupato perché “nei Paesi in guerra i sistemi sanitari hanno collassato e il personale sanitario, già ridotto, è stato spesso preso di mira”. Diverse personalità hanno espresso i loro timori se la pandemia colpisce Paesi come Siria, Palestina e Yemen, o molti Paesi africani.

“Mi associo – ha detto il papa - a quanti hanno accolto questo appello ed invito tutti a darvi seguito fermando ogni forma di ostilità bellica, favorendo la creazione di corridoi per l’aiuto umanitario, l’apertura alla diplomazia, l’attenzione a chi si trova in situazione di più grande vulnerabilità.

L’impegno congiunto contro la pandemia, possa portare tutti a riconoscere il nostro bisogno di rafforzare i legami fraterni come membri dell’unica famiglia umana. In particolare, susciti nei responsabili delle Nazioni e nelle altre parti in causa un rinnovato impegno al superamento delle rivalità. I conflitti non si risolvono attraverso la guerra! È necessario superare gli antagonismi e i contrasti, mediante il dialogo e una costruttiva ricerca della pace”.

In questo momento il mio pensiero va a tutte le persone che sono costrette a vivere in gruppo: case di riposo, caserme e soprattutto carceri”. Citando uno studio da lui letto in questi giorni, il pontefice ha sottolineato il problema del sovraffollamento dei luoghi di pena, foriero di situazioni "che potrebbero diventare una tragedia".

Prima della preghiera mariana, Francesco ha commentato il vangelo della messa di oggi (5a dom. di Quaresima, A, Giovanni 11, 1-45), che narra la resurrezione di Lazzaro.

“Nel Vangelo – ha spiegato - vediamo che la fede dell’uomo e l’onnipotenza dell’amore di Dio si cercano e infine si incontrano. Lo vediamo nel grido di Marta e Maria e di tutti noi con loro: ‘Se tu fossi stato qui! ...’. E la risposta di Dio non è un discorso, la risposta di Dio al problema della morte è Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita... Abbiate fede! In mezzo al pianto continuate ad avere fede, anche se la morte sembra aver vinto. Togliete la pietra dal vostro cuore! Lasciate che la Parola di Dio riporti la vita dove c’è morte”. Anche oggi Gesù ci ripete: ‘Togliete la pietra’. Dio non ci ha creati per la tomba, ci ha creati per la vita, bella, buona, gioiosa. Ma «la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap 2,24), dice il Libro della Sapienza, e Gesù Cristo è venuto a liberarci dai suoi lacci”.

 “Dunque, siamo chiamati a togliere le pietre di tutto ciò che sa di morte: l’ipocrisia con cui tante volte si vive la fede, è morte; la critica distruttiva verso gli altri, è morte; l’offesa, la calunnia, è morte; l’emarginazione del povero, è morte. Il Signore ci chiede di togliere queste pietre dal cuore, e la vita allora fiorirà ancora intorno a noi. Cristo vive, e chi lo accoglie e aderisce a Lui entra in contatto con la vita. Senza Cristo, o al di fuori di Cristo, non solo non è presente la vita, ma si ricade nella morte”.

“La risurrezione di Lazzaro – ha concluso - è segno anche della rigenerazione che si attua nel credente mediante il Battesimo, con il pieno inserimento nel Mistero Pasquale di Cristo. Per l’azione e la forza dello Spirito Santo, il cristiano è una persona che cammina nella vita come una nuova creatura: una creatura per la vita, che va verso la vita. La Vergine Maria ci aiuti ad essere compassionevoli come il suo Figlio Gesù, che ha fatto suo il nostro dolore. Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova, diventando per essi un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la vita”.

Dopo i saluti, Francesco si è recato alla finestra dello studio e ha fatto un gesto di benedizione verso la piazza vuota.

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