05/10/2013, 00.00
CINA
Invia ad un amico

Accademico cinese: Libertà di stampa e indipendenza della magistratura i primi passi per la nuova Cina

di Paul Wong
Per il prof. He Weifang, uno Stato di diritto sembra indebolire il governo, ma permette una governance rispettosa dei diritti della popolazione. L'oppressione porta alla mancanza di fiducia verso la leadership, creando tensioni sociali e rivoluzione.

Hong Kong (AsiaNews) - Il Partito comunista cinese deve fare dei passi per ridurre il suo monopolio sulla società, garantendo anzitutto l'indipendenza della magistratura e la libertà di stampa e passando poi alla libertà dei sindacati e delle organizzazioni sociali.

È quanto He Weifang, professore di legge all'Università di Pechino (Beida) suggerisce al governo cinese perché la Cina eviti una rivoluzione sociale e diventi uno Stato di diritto.

In un'intervista che egli ha concesso al South China Morning Post,  il docente ha messo in luce "un profondo divario" fra il governo del Partito e gli intellettuali per quanto riguarda il ruolo della legge e il valore della costituzione. "Forse - ha detto - essi [i leader] non hanno una profonda comprensione di ciò che è il governo della costituzione. Essi stanno ancora tentando di mantenere la stabilità sociale sacrificando le libertà della popolazione".

Per il prof. He, il governo costituzionale può sembrare a prima vista che indebolisca l'autorità del partito comunista, ma in realtà permette una migliore governance.

Negli ultimi mesi sulle pubblicazioni del Partito si è combattuto con forza l'idea del costituzionalismo, cioè il mettere la costituzione al di sopra del Partito. Secondo alcuni articoli, questa mossa fa perdere potere al Partito e rischia di portare la Cina al collasso, come è avvenuto per l'ex Unione sovietica.

In Cina He Weifang è considerato un liberale; il suo microblog è seguito da oltre un milione di seguaci. Molti intellettuali sono frustrati per i pochi risultati che il presidente Xi Jinping sta offrendo sul ruolo della costituzione. Non appena salito al potere egli ha promesso di attuare uno Stato di diritto. Ma dopo un anno vi sono ancora controlli sulla stampa, arresti di attivisti, oscuramenti di internet. He Weifang afferma che sopprimere persone che difendono i propri diritti impugnando la legge potrebbe causare violenti conflitti e perfino una rivoluzione.

"Io spero - ha spiegato - che il governo comprenda che [l'oppressione] ha i peggiori effetti, facendo perdere speranza nel governo, [creando] un'enorme lontananza fra la gente e i governanti... E quando il meglio della popolazione si sente senza speranza, l'unica opzione che rimane è la rivoluzione".

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
La lobby degli intellettuali chiede più libertà. Gli sgambetti dei rivali di Xi Jinping
02/08/2016 16:35
Con il processo agli avvocati, naufraga lo “stato di diritto” promesso da Xi Jinping
16/09/2016 15:29
Hu Jintao invita a collaborare i partiti non comunisti
19/11/2003
Kim Jong-un snobba l’inviato speciale di Xi Jinping
22/11/2017 08:48
Bao Tong: la ‘nuova era’ di Xi Jinping non è una novità
28/10/2017 09:12


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”