30/05/2017, 13.00
INDIA
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Al bando la carne di vacca in tutta l’Unione. Attivista: terrorismo verso le minoranze

Il governo approva il Prevention of Cruelty to Animals (Regulation of Livestock Markets) Rules 2017. La norma si applica al bestiame venduto e comprato per la macellazione. Nuove regole igienico sanitarie; divieto di usare animali per i sacrifici. Danni enormi all’economia. Dalit e musulmani privati della principale fonte di proteine.

New Delhi (AsiaNews) – Con una decisione che sta sollevando critiche feroci, il governo dell’Unione capeggiato dal premier Narendra Modi ha messo al bando la carne di vacca su tutto il territorio. Dallo scorso 26 maggio non è più possibile vendere e comprare bestiame destinato alla macellazione. Ad AsiaNews Lenin Raghuvanshi, noto attivista e direttore esecutivo del Peoples’ Vigilance Committee on Human Rights (Pvchr) di Varanasi, denuncia: “È una nuova forma di terrorismo da parte dei gruppi di protettori delle vacche, responsabili dell’omicidio di molte persone, e in particolare delle minoranze”. Ram Puniyani, presidente del Centre for Study and Secularism di Mumbai, conferma: "Il governo usa le vacche sacre per diffondere l'odio conro le minoranze religiose e i dalit. Le restrizioni vogliono rompere la schiena dei poveri agricoltori e dei musulmani. Riaffermado la superiorità della dieta vegetariana, le autorità impongono l'agenda dell'Hindutva".

Rincarando la dose, Puniyani continua: "Così facendo, il governo utilizza tutti i mezzi legali, amministrativi e politici per relegare le minoranze e i poveri allo status di cittadini di seconda classe". Nel frattempo i partiti delle opposizioni puntano il dito contro le “forze fasciste della destra nazionalista”, rafforzate da quando è al governo il Bjp (Bharatya Janata Party), e il loro tentativo di creare tensioni tra le comunità. Alcuni esponenti hanno lamentato: “È un tentativo del Sangh Parivar di imporre la sua agenda divisiva”; “Il bando rientra nella politica dell’Rss contro le minoranze”; “Porterà a frizioni settarie, affliggerà i mezzi di sostentamento di milioni di persone e avrà un impatto enorme sull’economia agricola”; “I diritti fondamentali sono stati infranti nel tentativo di creare la polarizzazione della società”.

La normativa Prevention of Cruelty to Animals (Regulation of Livestock Markets) Rules 2017 è stata notificata dal Ministero dell’ambiente su iniziativa del governo federale. Essa si applica a tutti i bovini, compresi tori, torelli, mucche, bufali, manzi, vitelli e cammelli. Impone nuove regole igienico sanitarie, una lunga serie di tecnicismi per registrare il bestiame e assicurare che gli animali non siano utilizzati per i rituali religiosi.

Le nuove regole hanno scatenato l’indignazione di alcuni governatori statali, in testa quelli di Kerala e West Bengal, che lamentano un’ingerenza di Delhi negli affari interni dello Stato. Pinarayi Vijayan, chief minister del Kerala, ha tuonato: “Il governo non ha il diritto di decidere cosa devono mangiare le persone”. Mamata Banerjee, chief minister del West Bengal, ha aggiunto: “Non accetteremo la decisione. È incostituzionale. La sfideremo con i mezzi legali”.

In India la vacca è considerata sacra dagli indù e il suo consumo un oltraggio agli dei. In molti Stati è già in vigore il divieto di consumo e macellazione, come in Uttar Pradesh che ha chiuso i macelli illegali e il Gujarat che ha inasprito le pene per chi contravviene la legge con la carcerazione a vita.

Il bando della carne colpisce milioni di cittadini poveri e dalit che non possono permettersi di acquistare merci costose come il pesce. Non solo, è un’intromissione nelle tradizioni culinarie di cristiani e musulmani, che ora potrebbero subire ancora di più la ritorsione dei “vigilanti delle vacche”. Infatti il solo sospetto di macellazione illegale della vacca può scatenare episodi di feroce violenza, con pestaggi, linciaggi e uccisioni.

Inoltre la legge rappresenta danno gravissimo per il settore, che ogni anno muove un giro d’affari interno di 1000 miliardi di rupie (più di 13,9 miliardi di euro) e fattura con le esportazioni oltre 263 miliardi di rupie (3,6 miliardi di euro).

Secondo Raghuvanshi, l’obiettivo del governo è imporre la tradizionale dieta vegetariana, detta “Vaishnava Hindu”, e “pretendere che tutta l’India diventi vegetariana. Questo va contro il diritto di scegliere il cibo che si mangia”. Non solo, essa lancia “un segnale d’allarme per la malnutrizione e la fame” imperanti nel Paese e “priva della principale fonte di proteine dalit, tribali e minoranze, dato l’elevato prezzo dei legumi”. Infine egli fa notare che la setta induista shakti “effettua sacrifici rituali utilizzando animali come bufali e uccelli. Perciò già si usano carni diverse per i riti”.

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