12/03/2007, 00.00
CINA
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Allagata una miniera di proprietà del governo, 22 morti

Altri sette minatori risultano dispersi, ma i lavori di soccorso sono quasi fermi a causa di una fuga di gas che ha reso la miniera inagibile. La “piattaforma della tigre”, dove è avvenuto l’incidente, è una delle 45 miniere più pericolose del Paese.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L’allagamento di una miniera di carbone ha ucciso 22 minatori della provincia orientale del Liaoning, mentre altri 7 sono al momento dispersi. Lo affermano i media statali cinesi, che citano l’Amministrazione statale per la sicurezza delle miniere.
 
L’incidente è avvenuto il 10 marzo scorso all’interno di una miniera del gruppo Fushung Mining Group, di proprietà del governo. Al momento sono in corso i lavori di recupero, ma i soccorritori hanno poche speranze di trovare ancora vivi i 7 dispersi.
 
Secondo l’agenzia di informazione Xinhua, dopo l’allagamento si è creato un accumulo di gas all’interno della miniera, che ora rischia di esplodere. Wang Liancheng, uno dei dirigenti, spiega che “subito dopo l’incidente si è verificata una fuga di gas, che ora rende inutilizzabile la piattaforma di sicurezza”. Inoltre, “sono andati distrutti anche i ventilatori di sicurezza, e quindi il livello del gas non può essere abbassato in nessun modo”. Per questo, “i lavori di recupero proseguono, ma senza molta efficacia: rischiamo in ogni momento di vedere una nuova esplosione o un altro allagamento”.
 
La miniera, conosciuta come Laohutai (la “piattaforma della tigre”), ha oltre 100 anni di vita: al suo interno si stima la presenza di 160 milioni di tonnellate di carbone. Prima dell’incidente, dava lavoro a circa 7.200 minatori, per una produzione annuale pari a 3,35 milioni di tonnellate di carbone.  Allo stesso tempo, era inserita fra le 45 miniere più pericolose di tutto il Paese: già da tempo, gli esperti parlavano dell’alto rischio di incidenti al suo interno.
 
L’industria mineraria cinese è una delle più pericolose al mondo. La fame di energia del Paese, che serve a mantenere in attivo l’incontrollata crescita economica, costa al Paese ogni anno oltre cinquemila vite umane. Secondo i dati del governo, nel corso del 2006 sono morti 4.746 minatori, mentre fonti indipendenti parlano di oltre 20mila vittime. Il Partito ha cercato di fermare questo massacro, ma fino ad ora le sue leggi anti-sfruttamento sono state del tutto ignorate.
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