28/07/2008, 00.00
CINA
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Aperto il villaggio olimpico, con sale da tè e internet café con censura

Presentato alla stampa anche se non ancora accessibile. Presenti molti atleti cinesi, da mesi in ritiro e inaccessibili. Intanto l’aria resta molto inquinata e si preannunciano misure più drastiche.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino ha inaugurato ieri il nuovo villaggio degli atleti olimpici, sotto un cielo grigio lattiginoso e in un’aria pesante che il blocco agli autoveicoli non ha ancora migliorato. Allo studio nuove misure antinquinamento, mentre gli atleti cinesi sono comparsi in pubblico per la prima volta da molti mesi.

Circa 300 atleti e loro allenatori hanno partecipato alla cerimonia, non lontano dallo stadio “Nido d’Uccello”, poco visibile per l’aria fosca. Il blocco di circa 2 milioni su 3,3 milioni di auto della capitale e la chiusura di molte fabbriche non ha portato gli sperati benefici e ora si spera nell’arrivo di pioggia e del vento settentrionale per spazzare la coltre di inquinamento.

Du Shaozhong, vicedirettore dell’Ufficio di protezione ambientale di Pechino, spiega che “sono pronte anche misure più drastiche”, quali il blocco del 90% delle auto private e “la chiusura di molte altre fabbriche, sia a Pechino che nelle zone limitrofe”.

Gli atleti olimpici cinesi, ben 639, da molti mesi sono “in allenamento” lontani dalla stampa e dalla curiosità popolare e persino dagli amici, e dopo la cerimonia sono tornati nei loro ritiri. L’obiettivo non dichiarato è di vincere più gare degli Stati Uniti. Ospiti d’onore l’icona della pallacanestro Yao Ming (nella foto) e il campione degli ostacoli Liu Xiang, corteggiati dall’entusiasmo popolare, che si sono sottoposti alle domande dei cronisti.

Il villaggio ha 42 complessi residenziali e un’ampia area ricreativa, per ospitare gli stimati 16mila atleti, allenatori e funzionari di tutto il mondo. La zona ricreativa, l’unica ieri aperta ai media, è un misto di tradizione cinese ed efficienza: ha un salone di agopuntura e massaggi, una tradizionale sala da tè, chiese per varie religioni e un centro istruzione per chi vuole imparare i fondamenti della lingua cinese, “anche – spiega un insegnate volontario – per tradurre in cinese i nomi degli atleti esteri che lo chiedano, basandoci sulla pronuncia del loro nome nella lingua natale e sulla loro personalità”.

Alcuni funzionari esteri sono entusiasti per gli spazi verdi, le fontane e le sale ricreative. Mentre qualcun altro osserva che negli internet café del villaggio la censura è identica al resto del Paese, nonostante la promessa che qui non ci sarebbe stata, per siti come la Bbc in cinese: gli organizzatori rispondono che dipende da non meglio spiegati “motivi tecnici”.

 

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