16/03/2018, 08.56
SIRIA - KAZAKHSTAN
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Astana, diplomazia al lavoro per un cessate il fuoco. Prosegue l’evacuazione a Ghouta est

Nella capitale del Kazakhstan si incontrano i ministri degli Esteri di Russia, Iran e Turchia. Un incontro preparatorio del summit a livello di presidenti del 4 aprile a Istanbul. Ieri 20mila persone hanno lasciato l’enclave ribelle alla periferia di Damasco, assediata dall’esercito governativo. Almeno 25 camion carichi di aiuti a Douma.

 

Astana (AsiaNews/Agenzie) - I ministri degli Esteri di Russia, Turchia e Iran si sono riuniti questa mattina ad Astana, capitale del Kazakhstan, nel tentativo di rilanciare il processo di pace in Siria, nazione martoriata dal marzo 2011 da un sanguinoso conflitto. L’attenzione della diplomazia internazionale è concentrata sulla Ghouta orientale, enclave ribelle alla periferia di Damasco obiettivo di una imponente offensiva dell’esercito di Damasco, sostenuto da Mosca.

In una nota il ministro russo degli Esteri riferisce che, durante i colloqui di oggi, si parlerà “della situazione sul terreno” e “dei successi e delle difficoltà incontrare nel processo di de-escalation” della guerra. Il vertice di oggi servirà inoltre a preparare il terreno in vista del summit a livello di presidenti che i tre Paesi terranno a Istanbul, in Turchia, il 4 aprile. Per l’occasione saranno presenti il padrone di casa Recep Tayyip Erdogan, il russo Vladimir Putin e l’iraniano Hassan Rouhani.

In passato gli incontri di Astana, durante i quali per la prima volta si sono seduti allo stesso tavolo leader di Damasco e fronte dei ribelli, si sono rivelati più decisivi degli sforzi diplomatici promossi dalle Nazioni Unite a Ginevra (Svizzera). In uno di questi incontri, nel maggio scorso, si è giunti alla creazione di zone di “de-escalation” del conflitto che prevedevano il cessate il fuoco, il divieto di sorvolo dell’area, il rifornimento immediato di aiuti umanitari e il ritorno dei rifugiati.

Questo nuovo round di incontri, come i precedenti, è patrocinato da Russia e Iran vicini al governo di Damasco e dalla Turchia, principale sostenitore dell’opposizione siriana. Nei giorni scorsi le forze fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad hanno ottenuto il controllo di circa il 70% dell’enclave ribelle alla periferia di Damasco. Nella zona è in atto una imponente operazione di evacuazione dei civili, in particolare di quanti necessitano di cure mediche urgenti. Fonti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani - ong con base in Gran Bretagna e una fitta rete di informatori sul territorio, spesso vicini ai gruppi ribelli - affermano che nella sola giornata di ieri almeno 20mila civili hanno abbandonato Ghouta est. Testimoni locali riferiscono di donne, uomini e bambini carichi di borse e di coperte fuggire dalla cittadina di Hamouria, oggetto nei giorni scorsi di pesanti bombardamenti da parte dell’esercito siriano. Si tratta del più imponente esodo dall’inizio dell’offensiva governativa, il cui obiettivo è riprendere il completo controllo dell’area.

Sempre in queste ore 25 camion carichi ci cibo, medicine e generi di prima necessità sono entrati a Douma; per gli esperti della Croce rossa è solo una piccola parte, che non basta a soddisfare i bisogni di circa 390mila persone da tempo in estremo bisogno di assistenza umanitaria. Fra quanti invocano la fine dell’assedio nella Ghouta orientale vi è anche la Turchia, vicina ai gruppi ribelli filo-islamici, protagonista di un altrettanto sanguinoso assedio nel nord, ad Afrin, per piegare la resistenza dei curdi che controllano la zona.

 

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