08/10/2014, 00.00
HONG KONG - CINA
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Bao Tong: Lo stallo di Occupy non è un problema, i semi della democrazia sono stati gettati

Il grande dissidente esprime il proprio "orgoglio" per le manifestazioni democratiche a Hong Kong, ma invita i dimostranti a "prendersi un momento di pausa. Non serve controllare tutti i giorni se i semi stanno germogliando, ogni grande momento ha bisogno di un periodo di gestazione". Fissati per il 10 ottobre i colloqui fra gli studenti e il governo del Territorio. Scontro sull'agenda dei dialoghi.

Hong Kong (AsiaNews) - I colloqui fra il governo di Hong Kong e i rappresentanti degli studenti, in sciopero dal 22 settembre scorso, sono stati fissati per il prossimo 10 ottobre alle quattro del pomeriggio. Saranno presenti i rappresentanti di uno solo dei due gruppi giovanili che hanno manifestato a favore della democrazia nel Territorio. Esclusi pure i rappresentanti del movimento democratico Occupy Central. Per l'esecutivo guiderà la discussione Carrie Lam Cheng Yuet-ngor, Segretaria generale dell'ex colonia britannica; la composizione della controparte non è ancora stata resa nota.

L'agenda dell'incontro ha fatto nascere un nuovo conflitto. Gli studenti chiedono infatti al governo di parlare di "vero suffragio universale" e di "libere candidature per i ruoli politici"; l'esecutivo ha imposto un primo colloquio su "le basi costituzionali per cambiare il sistema politico". A questo dovrebbe seguire un secondo appuntamento su "i requisiti legali" per ottenere questo cambiamento. Lester Shum, vice segretario della Federazione degli studenti, si è detto "arrabbiato e furioso" per questa decisione.

Nel frattempo, le strade di Hong Kong sembrano essere tornate alla normalità. Qualche centinaio di giovani e di dimostranti continua a presidiare i quartieri centrali, e le barricate sono ancora al loro posto, ma il traffico si è normalizzato e i negozi sono riaperti. Rinviata invece di una settimana la prima riunione del Consiglio legislativo dopo l'estate, ufficialmente per "motivi di sicurezza". I deputati democratici accusano il governo di "non voler affrontare le interrogazioni parlamentari sull'uso della forza contro gli studenti".

Nell'analisi che pubblichiamo di seguito e che ieri è stata rilanciata dal card. Zen, il grande dissidente della Cina continentale Bao Tong - ex segretario personale e amico di Zhao Ziyang - esprime il proprio orgoglio per i manifestanti, che "rifiutano di essere schiavi". Tuttavia, dai suoi arresti domiciliari a Pechino, invita la popolazione di Hong Kong a prendersi una pausa dalle proteste: "I semi sono stati gettati, ed è inutile controllare ogni giorno se crescono. Riposatevi per il prossimo round". Di seguito il testo completo (traduzione a cura di AsiaNews, per gentile concessione di Radio Free Asia).

I veri patrioti sono coloro che dicono "no" a un suffragio universale fasullo. Sono loro "coloro che non vogliono essere schiavi" [come recita l'inno nazionale della Cina]. Di conseguenza, sono naturalmente orgoglioso di queste persone che mettono in pratica i principi di "un alto livello di autonomia" e "il popolo di Hong Kong governa Hong Kong". A causa di questo, i trasporti e alcuni esercizi commerciali sembrano essere stati paralizzati. Dovremmo chiederci chi è il responsabile, e cosa ha causato questa situazione. Alcuni dicono che è tutta colpa della campagna Occupy Central.

Ma è sbagliato. Occupy Central è stata creata quasi a forza, dopo che i legittimi diritti della popolazione sono stati loro negati. Al cuore della questione, la vera responsabilità è di quei burocrati che agiscono per proprio conto e non servono alcun padrone. La stessa gente dice: "Se le dimostrazioni continuano, il nostro sistema politico e quello economico saranno danneggiati. La cosa che temiamo di più è un danno, o la perdita di fiducia, nei confronti del mercato di Hong Kong. Un danno del genere sarebbe permanente, e non possiamo permettercelo".

È proprio vero: se l'Assemblea nazionale del popolo non ritira la proposta del 31 agosto e se il sistema "una nazione, due sistemi" diviene "una nazione, un sistema", allora il sistema economico e quello politico di Hong Kong subiranno di certo un danno. E anche la cosa che temiamo di più, il danno e la perdita della fiducia nei confronti del mercato di Hong Kong, si verificherà. Io non ho dubbi che un giorno questa visione avrà il consenso della storia. Ma anche dicendolo forte oggi, non credo che vi siano molte possibilità di essere ascoltati. Ci vorrà almeno ancora altro tempo. Se fossi uno dei dimostranti, con ogni probabilità vorrei una pausa dal dialogo per un poco.

I semi sono stati già seminati, e ora hanno bisogno di tempo per attecchire. Nessun grande risultato può essere raggiunto tutto in una volta; ognuno di questi grandi momenti ha bisogno di un tempo di gestazione. Non c'è bisogno di continuare a scavare intorno ai semi per vedere se crescono ogni giorno che passa. Prendetevi una pausa, per il benessere del futuro che sta arrivando. Per domani. 

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