24/11/2016, 09.14
INDIA
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Calcutta, migliaia di madri e donne incinte manifestano per il diritto alla maternità assistita (Foto)

di Nirmala Carvalho

Il National Food Security Act è stato approvato nel 2013 ma ancora è nella fase di progetto pilota. Viene applicato il 52 distretti nel Paese. Finora sono stati distribuiti 55 milioni di euro in aiuti, mentre per avviare il progetto ne servirebbero due miliardi. Donne costrette a lavorare fino al nono mese di gravidanza.

Mumbai (AsiaNews) – Migliaia di persone, tra cui neomamme e donne incinte, hanno manifestato a Calcutta per il loro diritto alla maternità assistita. Secondo il the National Food Security Act del 2013, le gestanti e le donne che allattano dovrebbero ricevere un sussidio di 6mila rupie dallo Stato. Invece “dopo tre anni dall’approvazione della legge, la sperimentazione pilota è rimasta confinata in 52 distretti”. È quanto denuncia p. Irudaya Jothi sj, coordinatore del Right to Food Campaign, network di oltre 500 Ong del West Bengal.

Il 22 novembre i manifestanti si sono radunati alla Esplanade, nel cuore della città. Lì si sono divisi in due cortei, dalla stazione di Howrah e da quella di Sealdah. Tra i partecipanti anche Sombari Mandi, una giovane madre del distretto di Burdwan, che ha perso il proprio figlio neonato lo scorso settembre. Ad AsiaNews racconta che il bambino “è morto al momento del parto perché era malnutrito. Se avessi avuto cibo a sufficienza non sarei stata costretta a lavorare fino al nono mese di gravidanza”.

Il Food Security Bill (anche noto con il nome di Nfsa, National Food Security Act) è stato lanciato nell’agosto 2013 dall’allora governo guidato dal Congress di Sonia Gandhi. In seguito la legge è stata ratificata in Parlamento, non senza suscitare dubbi da parte degli esperti, preoccupati per l’interesse che le ingenti somme di denaro avrebbero potuto attirare da parte degli amministratori corrotti, ai quali spetta la distribuzione degli aiuti.

Nella sua formulazione originale, il decreto imponeva di distribuire 5 kg di cereali a persona ogni mese, a un prezzo calmierato di 1-3 rupie al chilo; pasti gratuiti a donne incinte, madri che allattano, bambini tra i sei mesi e i 14 anni, bambini malnutriti e senzatetto. Invece una volta approvato il testo, alcune categorie sono state escluse e in India ancora oggi tantissime persone muoiono di fame.

I manifestanti scesi in piazza hanno fatto richieste specifiche: ad ogni donna incinta deve essere garantito il sussidio di 6mila rupie [82 euro]; il Maternity Benefit Act del 1961 deve essere abolito e a tutte le donne (comprese le casalinghe) devono essere accordate 26 settimane retribuite con salario minimo durante la gravidanza; sostituire le farine di scarsa qualità con grano autentico. Per ora la legge che tutela le donne lavoratrici in stato di gravidanza è quella del 1961, che però prevede l’esenzione dal lavoro solo per 12 settimane.

P. Jothi, che coordina l’Udayani Social Action Forum (la formazione sociale dei gesuiti a Calcutta) – tra i maggiori sponsor della protesta – riporta che nel biennio 2016-2017 sono stati assegnati solo 4 miliardi di rupie [55 milioni di euro]. “Per far in modo che il diritto alla maternità diventi universale – conclude – servirebbero all’inizio almeno 150 miliardi di rupie [2 miliardi di euro]”.

Diritto alla maternità assistita in India-1
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Diritto alla maternità assistita in India-2
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Diritto alla maternità assistita in India-3
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Diritto alla maternità assistita in India-4
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Diritto alla maternità assistita in India-5
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Diritto alla maternità assistita in India-6
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Diritto alla maternità assistita in India-7
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Diritto alla maternità assistita in India-8
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Diritto alla maternità assistita in India-9
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Diritto alla maternità assistita in India-10
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Diritto alla maternità assistita in India-11
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Diritto alla maternità assistita in India-12
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