07/10/2018, 13.33
VATICANO
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Card. Ouellet: solo una montatura politica le accuse di Viganò al Papa

Lettera aperta del prefetto della Congregazione per i vescovi all’ex nunzio a Washington. Sono “una montatura politica”, priva di un reale fondamento, le accuse dell’ex nunzio. “Non arrivo a comprendere come tu abbia potuto lasciarti convincere di questa accusa mostruosa che non sta in piedi”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Appare “incomprensibile ed estremamente riprovevole”, oltre che “incredibile ed inverosimile da tutti i punti di vista” l’accusa lanciata contro papa Francesco dall’ex nunzio a Washington, mons. Carlo Maria Viganò di aver volontariamente coperto le malefatte dell’ex cardinale McCarrick. E’ quanto afferma il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi (nella foto) , in una lettera aperta a mons. Viganò, pubblicata dalla Sala Stampa vaticana.

La lettera, in francese, fa innanzi tutto riferimento al “dovuto  permesso  pontificio” avuto dallo scrivente per offrire la sua testimonianza in quanto capo del dicastero per i vescovi e poi riferisce di “ricerche” compiute negli archivi della Congregazione.

In secondo luogo ci sono riferimenti ad “amici” di mons. Viganò che ne condividono le opinioni e si definiscono “una montatura politica”, priva di un reale fondamento, le accuse dell’ex nunzio. Il documento contiene infine un appello a uscire “dalla clandestinità”, a pentirsi e tornare “a migliori sentimenti nei confronti del Santo  Padre”.

Il card. Ouellet ripercorre “i fatti” quali descritti da mons. Viganò, a partire dall’udienza del 23 giugno 2013 nel corso della quale egli avrebbe informato papa Francesco “sul caso McCarrick”. Ma, osserva, quel giorno il Papa incontrò “tanti altri rappresentanti pontifici”. “Immagino l’enorme quantità di informazioni verbali e  scritte che egli ha dovuto raccogliere in quell’occasione. Dubito fortemente che McCarrick l’abbia interessato al punto che tu vorresti far credere, dal momento che era un Arcivescovo emerito di 82 anni e da sette anni senza incarico”.

“Inoltre le istruzioni scritte, preparate per te dalla Congregazione per i Vescovi all’inizio del tuo servizio nel 2011, non dicevano alcunché di McCarrick, salvo ciò che ti dissi a voce della sua situazione di Vescovo emerito che doveva obbedire a certe condizioni e restrizioni a causa  delle voci attorno al suo comportamento nel passato”.

“Dal 30 giugno 2010, da quando sono Prefetto di questa Congregazione, io non ho mai portato in udienza presso Papa Benedetto  XVI o Papa Francesco il caso McCarrick, salvo in questi ultimi giorni, dopo la sua decadenza dal Collegio dei Cardinali. L’ex-Cardinale, andato in pensione nel maggio 2006, era stato fortemente esortato a non viaggiare e a non comparire in pubblico, al fine di non provocare altre dicerie a suo riguardo. È falso presentare le misure prese nei suoi confronti come ‘sanzioni’ decretate da Papa Benedetto XVI e annullate da Papa Francesco. Dopo il riesame degli archivi, constato che non vi sono documenti a  questo  riguardo firmati dall’uno o dall’altro Papa, né nota di udienza del mio predecessore, il Cardinale  Giovanni-Battista  Re, che desse mandato  dell’obbligo dell’Arcivescovo emerito McCarrick al silenzio e alla vita privata, con il rigore di pene canoniche. Il motivo è che non si disponeva allora, a differenza di oggi, di prove sufficienti della sua presunta colpevolezza”.

E’ quindi “ingiusto” concludere che chi doveva esaminare il caso sia corrotto. “D’altra parte, il fatto che vi possano essere in Vaticano  persone che praticano e sostengono comportamenti contrari ai valori del Vangelo in materia di sessualità, non ci autorizza a generalizzare e a dichiarare indegno e complice questo o quello e persino lo stesso Santo Padre. Non  occorre innanzitutto che i ministri della verità si guardino dalla calunnia e dalla diffamazione?”. E “accusare Papa Francesco di aver coperto con piena cognizione di causa questo presunto predatore sessuale e di essere quindi complice della corruzione che dilaga nella Chiesa”, al punto di chiederne le dimissioni, “mi risulta incredibile ed inverosimile da tutti i punti di vista. Non arrivo a comprendere come tu abbia potuto lasciarti convincere di questa accusa mostruosa che non sta in piedi”.

La lettera ricorda poi che Francesco “non ha nulla a vedere” con la carriera di McCarrick , né “ho mai sentito Papa Francesco fare allusione a questo sedicente gran consigliere del suo pontificato per le nomine in America”. “Intuisco che non siano nelle tue preferenze, né in quelle degli amici che sostengono la tua interpretazione dei fatti. Trovo tuttavia aberrante che tu approfitti dello scandalo clamoroso degli abusi sessuali negli Stati Uniti per infliggere all’autorità morale del tuo Superiore, il Sommo Pontefice, un colpo inaudito e immeritato”

“Caro confratello – è l’esortazione finale - vorrei davvero aiutarti a ritrovare la comunione con colui che è il garante visibile della comunione della Chiesa Cattolica; capisco come delle amarezze e delle delusioni abbiano segnato la tua strada nel servizio alla Santa Sede, ma tu non puoi concludere così la tua vita sacerdotale, in una ribellione aperta e scandalosa, che infligge una ferita molto dolorosa alla Sposa di Cristo, che tu pretendi di servire  meglio, aggravando la divisione e lo sconcerto nel popolo di Dio! Cosa posso rispondere alla tua domanda se non dirti: esci  dalla tua clandestinità, pentiti della tua rivolta e torna a migliori sentimenti nei confronti del Santo Padre, invece di inasprire l’ostilità contro  di lui”.

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