11/12/2006, 00.00
HONG KONG
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Card. Zen: “Sulle scuole, il governo non ha cuore né rispetto per la Chiesa”

Il vescovo di Hong Kong ha annunciato ieri una nuova battaglia legale contro l’Ordinanza sull’educazione del 2004, che prevede ingerenze statali nella gestione delle scuole private. Il governo risponde definendo il cardinale “un anziano che non dovrebbe borbottare”.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – La diocesi di Hong Kong si prepara per appellarsi contro il rinvio della revisione giuridica sulla riforma della gestione scolastica preparata dal governo, deciso dalla Corte di prima istanza.

Lo ha dichiarato ieri il vescovo, card. Joseph Zen Ze-kiun, che ha definito il governo “senza cuore” ed “irrispettoso” del contributo di lunga data della Chiesa cattolica all’educazione. Arthur Li Kwok-cheung, capo del dipartimento Educazione, ha risposto definendo il cardinale “un uomo anziano, che non dovrebbe borbottare così tanto”.

La Corte di prima istanza ha rigettato lo scorso mese la richiesta di una revisione giuridica dell’Ordinanza sull’educazione del 2004, presentata dalla Chiesa. La nuova legge, approvata dal Dipartimento dell'educazione, offre diversi benefici per le scuole che mettono in atto da subito i parametri previsti dalla nuove legge: assicurazione al personale della scuola; elasticità nella gestione dei fondi; un bonus annuale di 350 mila dollari di Hong Kong (circa 35 mila euro).

Diversi rappresentanti cristiani definiscono "discriminante e razzista" la legge perchè penalizza quelle scuole che si rifutano di applicare la riforma del governo, nei limiti stabiliti dalla stessa riforma (entro il 2012).

Secondo la legge, ogni scuola sostenuta economicamente dal governo deve approntare un comitato organizzativo interno (School Management Committee, Smc) con valore legale separato da quello delle istituzioni educative (Sponsoring bodies, Sb). Il governo sostiene che questo permette una maggiore trasparenza e una migliore democrazia mentre per i gestori scolastici è solo una manovra per intromettersi nella gestione interna.

Il card. Zen ha confermato che “molto probabilmente” la diocesi presenterà un appello alla Corte di appello finale, invece che alla Corte di appello, perché nel primo caso vi saranno 5 giudici per esprimersi sulla questione, e non 3 come nel secondo. Il prelato ha sottolineato però che la decisione finale verrà comunicata la settimana prossima, dopo una riunione con lo staff legale della diocesi.

Secondo il vescovo “il governo non ha cuore. La Chiesa ha aiutato il governo nel campo dell’educazione in molti modi, quando questo aveva dei problemi. Abbiamo impiegato molti uomini e molto denaro per mandare avanti le scuole, ma ora ci accorgiamo che il governo non ci rispetta”.

Al momento, la diocesi e le congregazioni cattoliche presenti nel territorio gestiscono 221 scuole, fra primarie e secondarie. Il cardinale ha avvertito più volte il governo che le scuole della diocesi verranno chiuse, se le nuove direttive dovessero impedirne la gestione secondo i criteri cattolici.

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