06/03/2017, 16.00
CINA
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Chen Jiangang, avvocato cinese: “Se perdessi la mia libertà”

di Chen Jiangang

La tristezza e l’attaccamento alla vita di Chen Jiangang, avvocato difensore di alcuni avvocati per i diritti umani imprigionati dalle autorità cinesi. Una dichiarazione scritta in previsione delle possibili torture e false confessioni di cui i prigionieri sono oggetto.

Pechino (AsiaNews) – Chen Jiangang (陈建刚) è uno dei due avvocati difensori  di Xie Yang (谢阳), avvocato cinese per i diritti umani accusato e condannato dalle autorità della Repubblica popolare cinese per sovversione. In queste settimane sono emerse testimonianze delle degradanti condizioni e torture fisiche e psicologiche alle quali essi vengono sottoposti in Cina. Oltre alle torture, gli avvocati sono costretti a “confessare” le loro colpe e a rivelare altri nomi di persone coinvolte nei loro “progetti sovversivi”. Le confessioni sono spesso filmate e diffuse via internet o alla tivù. AsiaNews ha già pubblicato quanto è accaduto agli avvocati Wang Quanzhang (王全璋) e Li Chunfu (李春富). Il Global Times, giornale legato al Partito comunista cinese, ha negato l’utilizzo di torture e violenze contro i “sovversivi” per ottenere informazioni. Intanto crescono gli appelli rivolti alle più alte organizzazioni mondiali per i diritti umani da parte di Ong e da amici e familiari delle vittime. Per timore di subire la stessa sorte dei suoi colleghi, due giorni fa Chen Jiangang ha rilasciato una dichiarazione resa pubblica da “China Change”. Traduzione a cura di AsiaNews.

La vita è preziosa. Voglio vivere per vedere la realizzazione dei valori universali della democrazia, della libertà, della legge e dei diritti umani in Cina. Voglio vedere un sistema di governo costituzionale consolidato nel Paese. La famiglia è preziosa. Voglio vedere i miei figli crescere e vivere liberi e in salute. Per tutti questi motivi, io non mi ucciderò. Se mi dovesse accadere qualcosa di inaspettato, vi prego di escludere l’ipotesi di suicidio.

Non ho commesso nessun crimine. Non mi sono mai assentato di proposito da qualunque interrogatorio illegale e non ho mai mosso false accuse o tentato di danneggiare nessuno. Qualunque confessione scritta, orale o videoregistrata, qualunque auto degradazione o accusa verso terzi è stata realizzata in circostanze in cui sono stato privato della mia libertà, costretto contro la mia volontà, torturato o minacciato. Queste sono le uniche circostanze in cui potrei aver detto alcune cose, delle quali nessuna è vera.

Sono solo un uomo, fatto di carne e sangue. Se messo sotto tortura, non posso garantire di non sottomettermi. Durante i miei anni di lavoro in qualità di avvocato difensore, ho appreso di molti casi di tortura in Cina e dell’indicibile crudeltà ad essi legata. Se venissi torturato e costretto a sottomettermi, qualunque cosa detta sarebbe costruita. Nessuna delle mie affermazioni può essere considerata come prova a sostegno di accuse, condanne o diffamazioni di chiunque.

Se perdessi la mia libertà e finissi in televisione e rivelare il nome di qualcuno dei miei amici, vi prego di perdonarmi. Quelle non saranno le mie parole o la mia volontà. A quel punto, mi avranno trasformato in nient’altro che un oggetto di scena. Vi prego di perdonarmi.

Mi assumo la completa responsabilità di ogni personaggio citato nei verbali stilati durante gli incontri con Xie Yang (谢阳) e anche di coloro i cui nomi non sono ancora stati resi pubblici. La stessa cosa vale anche per le infondate menzogne divulgate dai media senza scrupoli dello Stato, che hanno indicato le torture da me subite come false e costruite. Esse sono già state riportate nel mio saggio  su “Come sono venute alla luce le torture di Xie Yang”.

Cari figli, vostro padre vi ama*

Chen Jiangang (陈建刚)

03-03-2017

*Chen Jiangang ha due figli, di sei e due anni. – nota del traduttore. 

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