18/10/2016, 16.05
ISLAM-FRANCIA
Invia ad un amico

Come fermare l’islam radicale in Francia

di Hocine Drouiche

Davanti ai sempre più frequenti attentati non basta dire “L’islam non c’entra; l’islam è pace”. E’ necessaria una riforma dell’islam che metta insieme la fede e la ragione, la spiritualità e i valori di laicità, libertà, uguaglianza. La proposta dell’imam di Nimes, vicepresidente degli imam di Francia, per cancellare la paura e stabilire la convivenza dei musulmani in Europa.

Parigi (AsiaNews) – La crescita di attentati terroristi di stampo islamico interroga in profondità le elite musulmane che vivono in Europa. Hocine Drouiche, di origine algerina  e attuale imam di Nimes, ha fatto alcune proposte di come far crescere un islam francese, rispettoso della ragione e della convivenza. L’imam Drouiche è anche vice-presidente della conferenza degli imam di Francia. Per le sue posizioni ha subito talvolta minacceda parte di radicali. Il suo contributo è stato presentato lo scorso 5 ottobre a un convegno dell’Assemblea nazionale, dal titolo: Come bloccare la diffusione delle ideologie politico-religiose radicali che minacciano la repubblica e l’islam di Francia?”. Eccone il testo in una traduzione di AsiaNews.

Di fronte al moltiplicarsi degli attentati (e dei tentativi incompiuti) e all’anarchia totale che caratterizza la vita musulmana in Francia, sorge il dilemma della questione islamica in Europa e in Francia, irta di una serie di problematiche quali: il ruolo della donna, la libertà religiosa, l’apostasia, il patriottismo, l’interventismo straniero, la posizione degli ebrei, la cittadinanza, il terrorismo, ecc... Problematiche che rimangono tuttora senza risposte convincenti o rassicuranti.

Inoltre, i cambiamenti geopolitici relativi al mondo musulmano in Siria, Iraq, Mali (ed altri Paesi) e le notizie del conflitto fra Israele e Hamas - vista l’assenza d’una concreta visione di pace fra i due popoli - sconvolgono in profondità la realtà islamica in seno alla nostra società. L’islam politico, da trent’anni presente nelle periferie, ha sempre sfruttato questo clima di crisi per inculcare nelle nuove generazioni di musulmani argomentazioni che giustificassero la conflittualità nella quale da tempo l’islam mondialista si rispecchia. I musulmani francesi non sono obbligati a seguire il modello islamico politico nato nel mondo arabo. Esso non corrisponde per nulla alla vita dei musulmani, minoranza nei paesi laici occidentali. La popolazione locale, indebolita da una crisi economica e politica, comincia a pensare che l’islam stia assumendo giorno dopo giorno l’aspetto di un’invasione, incontrollabile e minacciosa, specie dopo la nuova ondata di attentati. La comparsa di migliaia di jihadisti e il discredito dell’islam tradizionale da parte di un nuovo islam combattente emerso in Francia dopo il caso Merah[1] e in particolare dopo la guerra in Siria, ha suscitato numerose vocazioni nel cuore pulsante del Paese, mettendo i musulmani davanti a dure scelte. Per chiarire le loro posizioni e rassicurare i francesi occorre che la comunità islamica prenda il toro per le corna e risponda con chiarezza a determinate questioni importanti, quali: Tra la Francia e il jihad, quale causa intendono appoggiare? Davanti a questa anarchia islamica, riconoscono la crisi musulmana (nella struttura e nei discorsi degli imam)? Quale impegno prenderanno al fine di inquadrare le manifestazioni violente in seno alla comunità musulmana? Sono pronti a operare una distinzione fra la religione musulmana e l’ideologia politica islamica che aspira più di ogni altra cosa al conflitto e all’odio, invece che alla pace e alle soluzioni? Saranno disposti ad accettare un islam francese indipendente e libero contro la visione dell’islam politico straniero? Accetteranno una formazione repubblicana degli imam con lo scopo di evitare ogni conflitto con la laicità, i valori della repubblica e le tradizioni della società francese? Saranno disposti a fornire risposte chiare alle questioni importanti  dette sopra, in modo tale da convincere e rassicurare la popolazione locale? Saranno pronti a riconoscere la distinzione fra ordine divino e ordine politico, così da adattarsi alla repubblica?

Tutte queste ambiguità nell’islam in Francia offrono un terreno fertile agli estremisti per reclutare quanti più giovani possibile e porli su un sentiero fatto di disfacimento e odio senza quartiere, dalla strada alla moschea fino ai social network. Lo Stato, che anno dopo anno è sempre più assente nel suo ruolo repubblicano nelle periferie, è oggi invitato ad assumersi la sua parte di responsabilità in tutti i suoi territori. Certo, la soluzione alla radicalizzazione non può venire che dall’interno della comunità musulmana in Francia. I musulmani cominciano a percepire il pericolo rappresentato dal trascurare il problema dell’estremismo. Solo il futuro sarà capace di fornirci risposte più precise.

“L’islam non è violenza”

Le osservazioni seguenti ci mostrano in modo accurato le difficoltà della situazione islamica in Francia:

1- Non riconoscere il problema: generalmente gli imam, i predicatori e i responsabili religiosi islamici ritengono che i musulmani siano totalmente innocenti riguardo la responsabilità morale e religiosa degli attentati che si sono susseguiti in Francia e in Europa. Ma esaminiamo più da vicino questa “innocenza” nelle risposte che abbiamo ricevuto da parte di questi rappresentanti a seguito di ogni attentato:

1- L’islam non è violenza, l’islam è amore e pace.

2- Questi giovani non hanno nulla a che vedere con l’islam o con le moschee, è come se si fosse trattato di giovani cattolici, buddisti, ebrei o atei!

3- Tutto il mondo detesta l’islam e i musulmani, questi “miscredenti” vogliono infangare l’islam (la teoria del complotto)!

La maggior parte della società francese considera queste parole come la peggiore risposta che i musulmani possono dare sugli attentati. Milioni di cittadini, in Francia e in Europa, non comprendono le posizioni dei musulmani verso gli attentati. Diversi imam si sono opposti a questa reazione, considerata debole dalla maggioranza sociale.

La realtà dell’islam

A) Anzitutto la realtà religiosa. Essa è caratterizzata da :

1. Una nuova generazione, che trova nella religione l’unico rifugio nonostante le sue difficoltà linguistiche  giuridiche, e che non cessa di sforzarsi per difendere la oumma (la nazione) e il proprio credo.

2. Testi religiosi scritti in lingua originale (araba) che sono talvolta mal tradotti e quindi riempiti di ambiguità. Le interpretazioni di questi testi sono generalmente antiche e contestuali. Alcuni hadith, come alcune interpretazioni, sono di una violenza sconvolgente e in netta contraddizione con i valori di umanità, libertà, misericordia e apertura, normalmente presenti nell’islam.

3. Alcuni pareri religiosi risalenti al medioevo e insegnati in tutte le università e gli istituti islamici, specie quelli situati nei Paesi occidentali e che ancora stentano a trovare un’élite musulmana che li riadatti.

4. Una debolezza dell’élite musulmana davanti a una chiara resistenza da parte della maggioranza dei musulmani per ogni discorso riformista: Rifiuto, esclusione, tentativi di discredito, takfir, …ecc.

5. Incapacità di formulare risposte chiare, coraggiose e rassicuranti in merito all’apostasia, la lapidazione, la libertà religiosa, la laicità …ecc.

B) Vi è poi la realtà socioeconomica: la maggior parte di questa popolazione dimora nelle le periferie e soffrono a causa della precarietà, la disoccupazione, la marginalizzazione e il fallimento scolastico. Tali fattori incrementano la chiusura, l’autoesclusione e il rifugio verso il “wishful thinking” o le soluzioni facili ed emotive, che conducono alla strumentalizzazione, la vittimizzazione, l’odio, la disperazione e la divisione nell’identità dei giovani. E’ possibile notare ciò nelle frasi che ogni giorno si ripetono nei quartieri, come: “Non siamo uguali, noi e loro”, “Non siamo amati”, “Sarà una guerra civile”, “Se vuoi un lavoro, cambia nome”, ecc…

C) La globalizzazione e l’assenza di una visione chiara: Tutto il mondo sta attraversando un periodo eccezionale. Sembra non sapere più che direzione prendere! Questa ambiguità globale è un riflesso del fallimento collettivo delle visioni economiche e sociali. Quando non sanno più che percorso intraprendere, i cittadini fanno ritorno ai loro antichi valori! Ovvero: se non si va più avanti, si indietreggia in modo automatico.


D) Un islam politico che regola i conti con l’occidente: È un islam che intraprende un discorso emotivo, mondialista e populista. Spesso ha bisogno di creare conflitti e avversità per mantenere la propria popolarità. Di solito investe nelle difficoltà tramite interventi populisti giustificati dalla teoria del complotto occidentale contro l’islam e i musulmani! Questo discorso è importato dal mondo arabo; la comunità Islamica europea non l’ha mai modificato nonostante metta i musulmani europei in diretto conflitto con i cittadini del vecchio continente.

E) La debolezza dei rappresentanti dell’islam in Francia. E’ suddivisa in due livelli :

1. A livello tecnologico: gli islamisti in Francia presentano un discorso politico secco, non argomentato e non convincente. Al contrario, il discorso emotivo di alcuni imam e predicatori, generalmente sostenuto da versetti e Hadith tocca e attira attualmente molti i giovani francesi ed europei.

2. Le questioni [injurances] di molti Paesi arabi e islamici come l’Algeria, il Marocco, il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia nuocciono alle relazioni internazionali islamico-musulmane che regolano i loro conflitti politici sul territorio francese, utilizzando la questione dell’Islam in Francia. Alcuni responsabili [imam] vengono spesso nominati direttamente dal governo di questi paesi !

Tutti questi fattori influenzano ancora la realtà islamica in Francia. L’élite musulmana non è più indipendente. Il razionalismo in seno a quest’élite ha subito un forte calo. I francesi e gli altri cittadini europei non comprendono più la timida reazione dei musulmani nei confronti degli attentati. L’islam politico si ritrova in un vicolo cieco e fa rumore. Vale a dire, non condanna abbastanza gli attentati e si lamenta dell’islamofobia poiché non può vivere se non attraverso la strategia conflittuale e la creazione di nemici! Dall’altro lato, l’islam pacifico (repubblicano, sufi, ecc…) è ancora debole sul terreno islamico in Francia.

Risposte possibili

Davanti a una tale situazione, il concetto di islam in Francia non trova più né un posto né una definizione.

1. Sulla definizione: l’unica soluzione proposta è costituita da chiusura e dal ritorno al passato! L’estremismo non trova terreno migliore per coltivare odio e crudeltà. Di fronte al fallimento scolastico, la marginalizzazione nei quartieri, la disoccupazione, gli altri islamisti continuano ancora ad esaltare un discorso emotivo. Questo discorso, che si basa sull’auto-glorificazione, impedisce ai musulmani di trovare il coraggio dell’autocritica che permetterebbe loro di andare avanti.

 

2. La soluzione della questione musulmana in Francia si può trovare solo in due modi:

2.1 La soluzione dal basso

Questo significa che la riforma è dai musulmani stessi. Non potrà essere realizzata se non con le seguenti condizioni:

-Riconoscere l’esistenza di una crisi del razionalismo in seno all’Islam nel modo in cui è vissuto e presentato in Francia e nel resto d’Europa.

-Riconoscere l’esistenza della crisi fra islam e repubblica.

-Trovare il coraggio di rivedere le interpretazioni di certi versetti del Corano nonché di alcuni hadith che non valgono per il vivere insieme e per la vita in una società democratica.  

-Accettare la creazione di un islam di Francia (come l’islam algerino, marocchino, saudita, senegalese ecc. Queste diverse applicazioni dell’islam hanno gli stessi principi mentre i pareri religiosi cambiano da un Paese ad un altro…). Questa riforma non modifica in alcun caso i fondamenti religiosi. Essa coincide perfettamente con i valori e la laicità della repubblica e risponde alle legittime inquietudini e alle questioni poste dalla popolazione locale al fine di rassicurarla in merito alle loro culture, religioni e valori.

-Formare gli imam in Francia secondo un quadro di valori repubblicani (laicità, libertà, uguaglianza …ecc.)

-Dissociare l’islam di Francia dalla mondializzazione islamista per sottrarsi alla logica del conflitto e del regolamento dei conti internazionali per accogliere una francesizzazione costruttiva che non apporti cambiamenti all’Islam ma si rifiuti di utilizzare la Francia come un campo di battaglia fra forze straniere che approfittano della libertà presente in Francia e in Europa.

 

2.2 La soluzione dall’alto

Se gli imam e gli interlocutori dell’islam non intraprenderanno questo lavoro di riforma come è stato fatto da secoli dalla Chiesa cattolica, ne saranno obbligati; in primo luogo dalla forza statale (ordine pubblico o un concordato imposto) e in secondo luogo dalla forza della società. Questa soluzione esterna sarà certamente imposta, violenta e brutale. Di conseguenza, il conflitto delle civiltà e il conflitto diretto tra islam e una parte della società locale sarà purtroppo inevitabile.

La modernizzazione della lettura dei testi islamici diventa complicata e pertanto esiste una frangia di musulmani che reclama una riforma necessaria della religione e di vedere la vita sociale in un’ottica più consona all’era moderna. L’islam in Francia è ancora alla ricerca del suo Martin Lutero, Calvino e Zwingli !

 

Personalmente, ritengo che la riforma desiderata non possa venire che dall’interno dell’Islam. Di contro, questo processo ha bisogno di una spinta che sostenga e incoraggi questa liberazione dell’islam in Francia. Questo processo necessita delle seguenti condizioni :

  • La fondazione d’un riferimento religioso francese competente e libero.
  • Il bisogno di disarmare questo Islam politico e conflittuale dalle argomentazioni sulle quali fa leva, e ciò attraverso:

a) La presenza efficace dello Stato nei quartieri periferici al fine di non lasciare spazio alcuno a forze non-repubblicane.

b) Risolvere i problemi politici in Siria, Mali e in Libia nonché le questioni storiche come ad esempio la guerra d’Algeria.

L’élite musulmana è capace di rivitalizzare il razionalismo musulmano e l’averroismo necessario per favorire il progresso sociale? L’islam può adattarsi con la repubblica e fino a che punto quest’ultima potrà contenere le tradizioni musulmane attraverso la propria tolleranza ed elasticità? L’islam può coesistere come una minoranza a contatto con una maggioranza non-musulmana? Questa è oggi la grande sfida dell’islam e dei musulmani in Francia e in occidente. Certo, la storia non ci fornisce esperienze analoghe dalle quali attingere o copiare. L’élite musulmana è la sola che potrebbe affrontare questa sfida storica. Solo il futuro sarà in grado di fornirci risposte concrete su queste importanti questioni, risposte che disegneranno la nuova mappa sociale della Francia.

Hocine Drouiche

 


[1] Attentati di Tolosa e Montauban, 2012 (n.d.r.)

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Cristiani e musulmani in preghiera. Il futuro dell’islam di fronte alla deriva jihadista
03/08/2016 08:47
Cristiani e musulmani insieme in memoria del martirio di p. Jacques Hamel
26/07/2017 15:58
Giovane musulmano: Sono molto pessimista su una riforma dell’islam
23/08/2016 12:20
Ancora terrore a Parigi: lo Stato islamico rivendica l’attentato agli Champs Elisées
21/04/2017 08:40
Il dolore dei musulmani per la morte di p. Jacques Hamel, contro la “malattia dell’islamismo”
27/07/2016 14:43


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”