07/02/2023, 14.26
INDIA
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Corte suprema indiana: lo Stato non può ignorare chi predica l'odio

di Nirmala Carvalho

Il richiamo dei giudici su un caso sollevato da un musulmano aggredito per motivi religiosi in Uttar Pradesh senza intervento della polizia. Domenica dal Jantar Matar un religioso indù a un raduno dei movimenti dell'hindutva ha esortato a uccidere cristiani e islamici. P. Mathew: "I governi della destra nazionalista ascolteranno?".

New Delhi (AsiaNews) – Con un nuovo pronunciamento la Corte Suprema indiana ieri ha stabilito che lo Stato non può rimanere indifferente di fronte ai crimini alimentati dall’odio religioso. “Se si viene a conoscenza di un crimine di questo tipo, occorre affrontarlo di petto e agire rapidamente – hanno scritto i giudici -. L’azione di ogni funzionario statale aumenta il rispetto per la legge”.

La Corte è intervenuta in merito a un ricorso presentato da un uomo musulmano di 62 anni che ha dichiarato di essere stato aggredito e maltrattato a causa della sua identità religiosa a Noida nel 2021. Nella sua denuncia ha lamentato il fatto che la polizia dell'Uttar Pradesh non sia intervenuta. Il primo rapporto sul caso è stato depositato solo il 15 gennaio, quasi un anno e mezzo dopo l'incidente, e solo dopo che la Corte Suprema in una precedente udienza aveva chiesto notizie alla polizia. La Corte ha quindi ordinato al governo dell'Uttar Pradesh di presentare una relazione dettagliata sul caso che verrà esaminata in una prossima udienza il 3 marzo. 

“I discorsi che incitano all’odio sono un problema molto serio in India - commenta ad AsiaNews p. Anand Mathew, coordinatore di Sajha Sanskriti Manch, un'alleanza di attivisti sociali con sede nell'Uttar Pradesh -. I politici e i leader religiosi pronunciano apertamente parole piene di veleno, che spingono la gente ad abbandonarsi alla violenza. Ma la domanda è: i governi della destra nazionalista daranno ascolto ai giudici e prenderanno provvedimenti seri?”.

I crimini d'odio in India sono aumentati in frequenza e intensità e toccano anche i cristiani. È proprio di queste ore lo scalpore destato da un raduno di gruppi legati all’hindutva al Jantar Mantar a Delhi durante il quale un religioso indù ha espressamente invitato la folla a uccidere cristiani e musulmani. Di recente vi sono stati poi i casi dell’irruzione di fanatici armati di bastoni e spranghe di ferro nella chiesa del Sacro Cuore nel distretto di Narayanpur, in Chhattisgarh, e gli oltre 1000 tribali cristiani cacciati dalle loro case nei villaggi vicino a Narayanpur.

Il verbita p. Babu Joseph, già portavoce della Conferenza episcopale indiana, commenta ad AsiaNews: “L'apatia dello Stato nell'affrontare questi pericolosi incidenti è un triste commento sulla sua negligenza nel portare equità e giustizia nella società. In una società decente, chiunque si faccia beffe della legge viene denunciato. Ma in India in troppi casi i trasgressori della legge vengono lasciati andare e persino onorati per una serie di motivi. Mentre i discorsi d'odio sono tali, indipendentemente da chi li pronuncia”.

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